08 Aprile 2024
Agostino Scornajenchi, Amministratore delegato di CDP Venture Capital, in occasione della presentazione del Piano Industriale al 2028, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Abbiamo presentato oggi, alla comunità dei nostri investitori e anche alla comunità dei giornalisti, il nuovo piano industriale 2024-2028 di Cdp Venture capital. La prima novità è l'orizzonte a cinque anni, stiamo parlando della costruzione di un'infrastruttura. Il venture capital è un'infrastruttura del Paese. Il Paese ha infrastrutture che trasportano energia, che trasportano acqua, che fanno spostare veicoli, treni e persone sulle nostre strade e sulle nostre ferrovie. È necessario costruire un'infrastruttura che permetta ai capitali di spostarsi verso l'economia reale. Questo è di fondamentale importanza. Abbiamo, dopo aver attraversato questi primi anni particolari anche caratterizzati da situazioni geopolitiche molto molto particolari, dalla pandemia una fase di costruzione, in cui è stato seguito un approccio generalista. Oggi decidiamo di focalizzarci su sei ambiti di intervento prioritario, anzi sette. Sei ambiti di intervento tecnologico importante, incrociati da un ulteriore ambito che è quello dell'intelligenza artificiale. L'intelligenza artificiale rappresenta un elemento distintivo di questo piano. Abbiamo previsto una misura di un miliardo di euro peraltro misura già annunciata nelle scorse settimane dalla Presidenza del Consiglio, sviluppata in due segmenti: da una parte un fondo di 500 milioni di euro, un fondo di nuova istituzione dedicato alla tecnologia DIP dedicato alla parte di costruzione del backbone tecnologico dell'intelligenza artificiale e dall'altra le applicazioni che l'intelligenza artificiale vedrà proprio nei nostri comparti di investimento, perché l'intelligenza artificiale avrà in futuro la stessa pervasività che ha il digital oggi. Quindi 500 milioni da una parte, 500 milioni di co-investimento da parte dei fondi esistenti. Dal punto di vista della fase di sviluppo dove metteremo questi importi? Metteremo 120 milioni di euro sulla fase del technology transfer che è il supporto alla ricerca. Siamo nell'ambito dei giovani, dei giovani ricercatori dei giovani studenti dei giovani professori. Sono molti soldi, sono molte risorse a disposizione di tante piccole iniziative embrionali è importante proteggere questa fase della ricerca per questi ricercatori se non sviluppano in Italia svilupperanno altrove. Poi c'è una parte importante di 580 milioni di euro che serve a sviluppare le imprese che già esistono le start up già esistenti che necessitano però di essere rinforzate per poter scalare. E poi abbiamo un silver bullet, come l'abbiamo chiamato, da 300 milioni di euro, dove dobbiamo cercare di fare massa critica. Dobbiamo identificare un soggetto, due soggetti su cui concentrare un po' di potenza di fuoco, attorno a cui fare sistema per creare un campione nazionale dell'intelligenza artificiale italiana".
Quali sono le vostre modalità di investimento sulle start up?
"Le nostre modalità di investimento sulle start up seguono prevalentemente tre fasi. Da una parte c'è la fase presied seed. Siamo nel mondo, come dicevo prima, della ricerca universitaria degli acceleratori territoriali del corporate building cioè andiamo a prendere e lo facciamo prevalentemente soltanto noi in Italia, ma è giusto che sia così perché per ruolo anche istituzionale dobbiamo essere presenti su quell'area, andiamo a prendere l'impresa quando ancora non è impresa. poi abbiamo un comparto cosiddetto early stage che è il comparto che vedete distinto e che vedrà la ripartizione settoriale nei sette settori di ambiti sette ambiti prioritari di intervento che abbiamo mostrato nel piano di oggi e poi abbiamo il settore dell'Ars Venture quando l'azienda è completa raggiunge una dimensione importante ci stiamo avvicinando qui al mondo del private equity ci stiamo avvicinando a delle possibili exit che vedono come possibile destinazione anche la quotazione in Borsa. Questi sono i tre ambiti in cui interveniamo".
Ha parlato molto di investimento sul tech, sull'intelligenza artificiale. Questo ambito sembra avere sostituito un po' attenzione che c'era verso il mondo ESG degli anni scorsi.
"No, assolutamente. Noi riteniamo che il dominio ESG continui a rimanere un dominio di fondamentale importanza. Quello che è importante chiarire che ESG però non è comunicazione. Lavorare su iniziative che abbiano impatto ESG significa lavorare su iniziative che possono essere valutate e oggettivamente misurate. se le iniziative di impatto non vengono misurate, non servono a niente, servono solo a fare un po di slide, ma poi non portano benefici reali. E non è quello che noi vogliamo fare. Noi vogliamo che le nostre imprese, le nostre startup, che accogliamo dentro il perimetro di Cdp venture capital, siano nativamente indirizzate verso il rispetto oggettivo, effettivo e misurabile dei principi ESG".
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