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Profumo (Fondazione Compagnia di San Paolo): "Sostenibilità? Bene in Italia ma restano difficoltà di piccole aziende; Vertici Cdp? Non sono interessato"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo: "50% delle aziende produttive piemontesi già sulla linea degli ESG; Cdp? Necessario mandato più lungo

25 Gennaio 2024

Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, in occasione della premiazione dell'ESG Challenge 2024 promossa da Iren che si è svolta presso le Gallerie d'Italia di Torino, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia: 

"In questo momento stiamo vivendo una fase di transizione verso la sostenibilità, però il Paese nel corso degli anni ha investito per esempio sull'economia circolare in termini molto interessanti avviando percorsi formativi all'interno delle scuole. Dicevo questa mattina che il 50% delle 35.000 aziende produttive piemontesi sono in realtà già sulla linea degli ESG e quindi della sostenibilità. Direi dunque che anche in funzione delle direttive europee il nostro Paese sta reagendo positivamente.

Le piccole aziende naturalmente hanno più difficoltà, le grandi molto meno; come tutti quelli che sono prima di tutto cambiamenti di tipo culturale c'è bisogno di investire sulle competenze delle persone, che spesso specialmente all'interno delle aziende più piccole non riescono ad essere facilmente sviluppate. Una strada che è stata presa in questo senso è quella degli energy manager, che possono essere condivisi da più aziende in modo tale che ci sia una maggiore normalizzazione del sistema delle imprese italiane.

In generale comunque io credo che questo sia la strada giusta".  

Nei prossimi mesi si giocheranno partite importante, ne nomino tre tra le altre: Tim, Cdp, Intesa Sanpaolo. Come secondo lei evolveranno queste governance?

"Queste sono partite nazionali, e dunque certamente ci saranno i soggetti che faranno le loro scelte e prenderanno le loro decisioni, sicuramente facendo l'interesse del Paese". 

Lei ha dichiarato che per Cdp servirebbe una maggior continuità, quindi quanto meno un secondo mandato; lei sarebbe disposto a queste condizioni a entrare nei vertici della Cassa Depositi e Prestiti? 

"La durata del mandato di Cdp è di tre anni, ma come ho spiegato in Europa su tematiche rilevanti come queste ci sono durate molto più lunghe: cinque, sei, addirittura nove anni. Questo perché progetti di tale importanza hanno sempre di più necessità di tempo. Un'azienda come Cdp, che ha sempre di più uno sviluppo sulle grandi infrastrutture che vengono finanziate attraverso il risparmio postale, ha naturalmente grandi progetti, e di conseguenza io mi auguro che questo possa avvenire. Io comunque non sono interessato". 

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