19 Gennaio 2024
Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, in occasione della conferenza "The new G20/OECD principles of corporate governance for the development of capital markets and sustainable growth" tenutasi presso la sede di Borsa Italiana riguardo i nuovi principi G20/OECD, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Lo sforzo che devono fare le banche per attrezzarsi in funzione delle nuove esigenze di governance è molto rilevante; e questo fa parte dei piani che le banche devono avere, per esempio: la Banca Centrale Europea ci chiede di essere in grado di fare delle previsioni analitiche e granulari, come dicono loro, nel lungo termine per quanto riguarda i rischi di sostenibilità, in particolare quelli climatici, dei clienti.
Noi lo stiamo già facendo: abbiamo già valutato 220.000 clienti - imprese per quanto riguarda la sostenibilità; queste valutazioni devono essere aggiornate, non è possono avere una validità a lungo termine; quindi periodicamente dovranno essere incrementate.
Ciò detto fino ad ora dà l'idea di che cosa voglia dire concretamente occuparsi di sostenibilità, e bisogna farlo, perché i rischi veramente esistono e quindi vanno misurati, anche per dare ai nostri clienti degli input: cioè informarli su cosa fare e magari verso chi indirizzarsi nel caso di una necessità di finanziamento.
Questo è importante per proteggere i nostri crediti e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità a livello mondiale."
Lo scenario geopolitico, in particolare quello che sta accadendo nel Mar Rosso, può influire sugli obiettivi di sostenibilità?
"Se diamo alla sostenibilità un un significato omnicomprensivo, certamente che possono influire a livello mondiale, ma in particolare per il Mediterraneo e per l'Italia.
Immaginiamoci una non percorribilità del Mar Rosso: ciò vuol dire che il commercio tra l'Asia e l'Europa non può passare dal Canale di Suez, ma deve circumnavigare l'Africa.
Una volta arrivato a Gibilterra non entrerà nel Mediterraneo, andrà direttamente negli scali del Nord Europa; questo significa un danno rilevantissimo per tutta l'economia italiana, non soltanto per i nostri porti.
Noi vogliamo che il Canale di Suez e il Mar Rosso vengano mantenuti aperti e quindi abbiamo interesse ad appoggiare quei Governi, a partire per esempio da quello egiziano, che hanno interessi convergenti."
Come vede nel 2024 le prossime mosse della Banca Centrale?
"Credo che su questo punto abbia già detto qualcosa Carlo Messina a Davos, e non posso che essere allineato con lui ha detto.
Abbiamo sentito da esponenti vicini alla Banca Centrale Europea che siamo ormai arrivati a un picco; ma quando questo picco potrà essere abbandonato cominciando una discesa non potrà essere molto presto. Ci aspettiamo, tuttavia, nell'ambito del 2024, quello sì."
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