14 Dicembre 2023
Scienziati italiani e spagnoli hanno stilato un decalogo di principi che un’etichetta nutrizionale front-of-pack dovrebbe avere per creare una base comune e aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli. L’accordo fra i ricercatori dei due Paesi è stato siglato nel corso dell’incontro “Principles for the definition of front-of-pack nutritional labels (FOPNLs). Italian and Spanish researchers workshop” tenutosi all’Università Sapienza di Roma e organizzato dall’Unità di ricerca in Scienza dell'alimentazione del Dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università Sapienza e dal Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio.
Michele Carruba, Direttore del Centro di Studio e Ricerca sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:
“Questo è un lavoro molto importante, perché oggi esistono dei problemi di salute, che riguardano un po’ tutto il mondo. Uno di questi, forse il più importante, è l’aumento della percentuale di obesi, che si trova in tutte le nazioni e che sta continuando a crescere. Questa crescita dell’obesità è molto importante e molto pericolosa, perché nessun sistema sanitario nazionale di nessun Paese sarà in grado di essere sostenibile economicamente, se questa malattia continua.
Dobbiamo agire su alcuni fattori molto importanti, uno è l’educazione alimentare, quindi lo stile di vita è determinante, è fatto da cosa si mangia e da quanto ci si muove. Questi due punti sono fondamentali e agire sull’educazione alimentare è molto importante. Oggi, purtroppo, noi mangiamo tre volte al giorno, quattro volte al giorno, ma nessuno lo fa con un minimo di razionalità. Perché nessuno ci ha insegnato, noi avevamo una bella tradizione alimentare, che era la dieta mediterranea. La stiamo perdendo, proprio perché nessuno ci insegna. Invece, una volta, era la mamma che insegnava alla figlia, la nonna. Era tramandata da generazione in generazione. Oggi, con l’eccesso di informazione, nessuno capisce più niente. C’è troppa informazione, nessuno sa distinguere qual è l’informazione giusta.
Ecco perché dobbiamo, in qualche modo, cercare di fare qualcosa per aiutare le persone a capire come è meglio mangiare. Una di queste risposte può essere quella del labeling, del mettere un qualcosa, che ti dice se quel cibo, quel modo di mangiare è giusto o sbagliato, per il suo impatto sulla salute.
Quindi, è molto importante, oggi, cercare di fare in modo che la gente possa decidere in maniera corretta. Quindi, l’educazione alimentare dovrebbe partire dalle scuole, perché ai bambini è molto facile insegnare qualcosa. Questi bambini, a cui si insegna qualcosa, se lo porteranno avanti tutta la vita.
Purtroppo, oggi è proprio l’infanzia che è ameno protetta contro l’obesità, sono i bambini che stanno ingrassando più velocemente di quanto le persone un po’ più anziane lo facciano. Quindi, oggi qui abbiamo discusso di come possiamo aiutare questo modo di dare informazioni sul cibo.
Una etichettatura nutrizionale che ci spieghi quanto sale, quanto zucchero, quanti acidi grassi. Certo, Bisogna che poi uno sappia che troppo sale fa male, che troppo zucchero fa male, che invece bisogna aumentare la quantità di frutta e di verdura, perché ci sono dentro degli antiossidanti, delle fibre, delle vitamine.
È molto complesso, però se noi riusciamo ad avere un sistema di etichettatura nutrizionale che aiuta le persone a fare una scelta corretta, questo diventa molto importante per prevenire tutte le malattie, che ci possono portare a morte prematura, o comunque ad accorciare le aspettative di vita dei cittadini.
Assolutamente, oggi la scienza non ha confini. Noi adesso parliamo di Europa, perché siamo in Europa, ma tutto quello che decidiamo noi, poi viene giudicato anche da altri Paesi di altri continenti. Perché ovviamente, i problemi dell’umanità sono sempre quelli.
Una volta, più facilmente, il problema era la guerra, il problema della malnutrizione era un problema economico, dovuto alla scarsità del cibo. Oggi siamo passati al contrario, si muore più di obesità che non di malnutrizione per difetto. Quindi dobbiamo agire su un altro tipo di problema, che è quello dello stile di vita; chi determina maggiormente le aspettative di vita di una persona, soprattutto le aspettative di vita in salute di una persona, è il modo di mangiare e quindi dobbiamo agire su quello.“
Per i ricercatori italiani e spagnoli i FOPNL informativi hanno il vantaggio di situare le informazioni sull’etichetta in un contesto dietetico più ampio di assunzione giornaliera, aprendo, così,una prospettiva nutrizionale più completa sull’equilibrio generale. In quest’ottica, i FOPNL dovrebbero aiutare i consumatori a fare le scelte migliori, includendo tutti gli alimenti nella loro dieta, nelle quantità adeguate, al fine di evitarne il consumo eccessivo.
Posto che nessun singolo alimento può rappresentare né un rischio né un beneficio per la salute, i FOPNL dovrebbero sottolineare positivamente l’importanza di modelli alimentari che abbiano una comprovata salubrità, valorizzando le tradizioni alimentari,le abitudini e gli aspetti socioculturali dei territori locali.L’obiettivo è promuovere la corretta combinazione di vari alimenti al fine di selezionarli in base alle specifiche esigenze individuali.
Secondo gli scienziati italiani e spagnoli, i limiti delle etichette fronte-pacco di tipo direttivo sono i seguenti: 1. L’arbitrarietà dell’algoritmo: i sistemi "direttivi" (e in particolare il Nutriscore) spesso valutano il valore nutritivo degli alimenti attraverso algoritmi arbitrari o non ben definiti. 2. Standard di riferimento non reale: i sistemi "direttivi” si basano su una quantità standard di cibo (100g o 100ml) quasi mai corrispondente alle porzioni abitualmente consumate. 3. Limitatezza dell’algoritmo: il risultato finale (colore o lettera) è la combinazione (non nota) di diverse informazioni. 4. Perdita di informazioni soprattutto per le categorie di consumatori più fragili.5. Limitatezza dei parametri considerati con prevalenza di quelli ritenuti negativi. 6. Basso potenziale educativo: le indicazioni portano a non consumare un determinato alimento piuttosto che adacquisire un comportamento alimentare “corretto”. 7. Diminuzione dell’efficacia nel tempo di messaggi “negativi”. 8. Effetto “alone” con sovrastima dell’effetto positivo di alimenti etichettati “verdi”. 9. Approccio semplicistico che basa il ragionamento su alimentida consumare o da evitare e non è in grado di promuovere modelli alimentari per i quali abbiamo un’evidenza di efficacia nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative. 10. Mancanza di evidenze scientifiche sulla reale efficacia: le evidenze attuali mostrano un effetto sul “consumo” di alcuni alimenti, ma non sull’impatto che hanno sulla “salute” dei consumatori.
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