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Gasparri, Vice Presidente Senato: “Gli investitori internazionali nella rete sono benvenuti in Italia, ma con regole fiscali omogenee in Europa”

“Ci sono giganti della rete, Amazon, Netflix, che entrano e non pagano tasse e fanno una concorrenza sleale alle televisioni, pubbliche e private, tradizionali“ l’intervista al GdI

14 Novembre 2023

Presentato oggi a Roma il Sesto Rapporto Auditel-Censis, intitolato “La nuova Italia televisiva”. Maurizio Gasparri, Vice Presidente del Senato della Repubblica, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:

“Sic era un sistema integrato, che prevedeva che pubblicità, giornali, editoria, libri, televisione entrassero in uno stesso mezzo, Internet, e questo è il mezzo (indicando lo smartphone). Abbiamo fatto la legge, che prevedeva il futuro, gli oscurantisti la criticavano.

Oggi il tema è un altro. Ci sono giganti della rete, Amazon, Netflix ed altri, che entrano in questi mondi e però non pagano tasse e fanno una  concorrenza sleale alle televisioni, pubbliche e private tradizionali. Bisogna, quindi, accompagnare il progresso anticipandolo e determinando anche un’equità fiscale, che oggi vede i giganti della rete esentasse, troppo potenti e quindi in grado di alterare la concorrenza.

Gli investitori internazionali sono sempre benvenuti in Italia. Il problema è rispettare le regole, i giganti della rete, oggi, sono investitori che non pagano tasse, quindi rischiano di alterare il mercato.

Però, l’Italia è aperta a tutti gli investitori, a tutte le presenze, anche alla ripresa del turismo, il post pandemia. Hanno ripreso le dinamiche dei flussi delle persone, che evoca investimenti mobiliari, ristrutturazione edilizia, rigenerazione dei centri urbani. Quindi, dobbiamo favorire la circolazione dei capitali, ma ci vogliono regole, soprattutto in Europa, fiscali omogenee. Sennò, poi si creano squilibri a danno di quelli che, casomai, sono più esigenti, fanno pagare tasse. mentre altri, che sono più furbi, si avvantaggiano.

Oggi, un italiano ha un’offerta moltiplicata, decine di canali. Quindi è un consumatore più attento, casomai non è soddisfatto, ma ha una scelta molto più ampia. Se, poi, è un italiano che si può consentire il passaggio alla smart TV, ha ancora un orizzonte più ampio. Ma anche solo il digitale terrestre, oggi, ha arricchito l’offerta rispetto all’Italia con un canale televisivo. Io faccio parte di una generazione che ha assistito all’avvento del secondo canale della Rai, o all’avvento delle televisioni private locali.

Oggi, un ragazzo ha a disposizione un’offerta molto più ampia, grazie alla tecnologia. Poi ha quella Smart, quella diciamo digitale, non solo terrestre, è ancora più ricca. Quindi oggi diciamo ci sia un vantaggio. Poi a volte l’abbondanza, non sempre, si accompagna alla qualità. Ma questo è un altro discorso, però in tanta offerta, c’è anche la musica lirica, c’è anche il teatro, c’è anche il cinema d’autore, bisogna saper cercare.”

Dal Rapporto emerge come sono ora 122 milioni i device presenti nelle case degli italiani: sono cresciuti del 2,2% nell’ultimo anno e del 9,6 % dal 2017 a oggi, per un media di circa cinque schermi per famiglia e oltre due schermi per individuo. 

Aumento degli schermi connessi, che permettono di integrare i contenuti della TV lineare con l’offerta in streaming: nel 2023 sono 97 milioni, cresciuti del 31,7% negli ultimi sette anni e del 4,4% nell’ultimo anno, con una media di quattro device connessi per abitazione.

I nostri salotti somigliano sempre di più a sale cinematografiche. Infatti, i nuovi televisori sono più grandi rispetto al passato. Nel 2017 i televisori di 50 pollici o più erano meno di 2 milioni, pari a circa il 4% del totale, ora sono oltre 6 milioni, il 14,1% del totale. Sono triplicati in sette anni. Sempre più diffuso anche il 4K, televisore Smart che ha il quadruplo dei pixel di quelli Full HD: è presente in oltre 8 milioni di televisori, il 19% del totale; tre anni fa i televisori con il 4K erano l’11,2%.

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