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Fancel (Generali): “Primo Rapporto Cyber Index PMI, perché il rischio cyber è enorme in un sistema altamente connesso“

Coinvolte oltre 700 PMI italiane, che raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 51 su 100

19 Ottobre 2023

Presentato oggi, a Roma, il primo Rapporto Cyber Index PMI, l’indice che misura lo stato di consapevolezza in materia di rischi cyber delle aziende di piccole e medie dimensioni.

Realizzato da Generali e Confindustria, con il supporto scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano e con lapartecipazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, il Cyber Index evidenzia e monitora nel tempo il livello di conoscenza dei rischi cyber all’interno delle organizzazioni aziendali e le modalità di approccio adottate dalle stesse per la gestione di tali rischi.

Giancarlo Fancel, Country Manager & CEO di Generali Italia, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

“È emerso che siamo ad un punto di partenza, dopo aver fatto questo quadro su un campione significativo.

Un punto di partenza che ci fa capire che c’è la necessità di lavorare ancora molto con le imprese, in termini di formazione, in termini di diffusione, per aumentare la consapevolezza di qual è questa tipologia di rischio, che è enorme in un sistema altamente connesso.

Quanto ai danni derivanti da attacchi cyber, io non sono un tecnico, ma li ho compresi: sono veramente enormi, perché l’impresa può essere messa in serio pericolo, in termini di continuità aziendale.

Se l’impresa chiude, chiude un sistema, chiudono e non vengono rispettati gli interessi dei vari stakeholder che ruotano attorno all’impresa: dipendenti, azionisti e l’indotto, che ruota normalmente intorno all’impresa.

Ci sono le contromisure tecniche, che derivano da un’analisi di valutazione di quello che è il rischio legato all’impresa.
Noi abbiamo sviluppato delle metodologie, che possono essere messe a disposizione dell’impresa, per valutare questa questa tipologia di rischio.

Ovviamente, sono elementi molto molto tecnici. Quello che noi poi riusciamo a fare, una volta fatta questa valutazione, è definire qual è il rischio residuale, quello che è il trade off, tra investimento dell’impresa e copertura assicurativa.

Tenendo presente che, su questa tipologia di rischi, non si potrà mai essere coperti al 100%, perché l’evoluzione degli hacker e dei criminali cyber è un’evoluzione velocissima, dove vengono fatti degli investimenti mostruosi da parte di chi alimenta questo tipo di criminalità.”

Secondo il Rapporto Cyber Index PMI, che ha coinvolto oltre 700 imprese, le PMI italiane raggiungono complessivamente un livello di consapevolezza in materia di sicurezza digitale di 51 su 100.
Il 45% delle PMI intervistate riconosce il rischio cyber, ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e la capacità di valutare il rischio cyber e di mitigarlo; il 55% è poco consapevole, con un 20% che si può definire principiante.

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