10 Ottobre 2023
Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, a in occasione dell'evento "Transition To Net Zero", il "Green & Blue Talk" di RCS Academy, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"Il tema della transizione energetica è un tema complesso, articolato, che riguarda tutto: le rinnovabili, le energie programmabili, l'efficienza energetica. Tanti gli aspetti, investimenti, i tempi. Sarebbe già bene coordinarsi per fare correttamente questo percorso tutti assieme".
Cosa ne pensa dell'obiettivo Net Zero entro il 2050?
"È fattibile, ma ci manca un pezzo di tecnologia che oggi non abbiamo ancora a disposizione. Le tecnologie che conosciamo ci permettono di arrivare al 2030: l'eolico, il fotovoltaico e le batterie al litio ma per fare il salto successivo abbiamo bisogno di continuare a investire nell'innovazione tecnologica che, per quanto riguarda l'offshore vuol dire l'idrogeno, le batterie a flusso e anche il nucleare. Quindi sono tanti i temi che riguardano lo sviluppo di queste tecnologie che non sono ancora a mercato, non sono ancora industrializzate ma di cui avremo bisogno".
La strategia in atto può andare bene o, secondo lei, va migliorata?
"L'attuale strategia ci aiuterà nel raggiungimento dell'obiettivo 2030, abbiamo tante possibilità di arrivarci perché conosciamo quali sono le tecnologie sottostanti che ci portano fino lì. Questa è la prima tappa, il 2050 è una tappa più lontana: decarbonizzare completamente la nostra economia è una sfida importante".
Edison come sta operando in questo senso?
“Noi abbiamo un posizionamento molto articolato sui temi della transizione energetica perché ci occupiamo da sempre di rinnovabili ma anche di produzione programmabile a ciclo combinato. Abbiamo una piattaforma che fa servizi per i clienti, perché dobbiamo accompagnare gli stessi in questo percorso.
Siamo un operatore rilevante nel gas naturale, perché sarà un vettore energetico importantissimo e una fonte fondamentale proprio per dare sostenibilità alla transizione".
Quale potrebbe essere un ostacolo?
"Di ostacoli ce ne sono tanti, uno che viviamo giornalmente è quello di convincere le persone, i cittadini e i territori che gli investimenti che vengono fatti nelle infrastrutture, per migliorare la produzione di energia, hanno sicuramente un impatto sul territorio, ma dobbiamo essere pronti ad accettarli se vogliamo effettivamente decarbonizzare il mondo dell'energia".
Riguardo il distacco con la Russia, secondo lei è sostenibile?
"Stiamo dimostrando che è sostenibile, abbiamo fatto un grande sforzo l'anno scorso a rimpiazzare, non dico dalla sera alla mattina, ma in pochissimo tempo le forniture russe. Abbiamo trovato fonti diversificate, investito e accelerato di più sulle rinnovabili riducendo al minimo questa dipendenza".
Auspicabile un ritorno o rimaniamo sull'indipendenza?
"Non è mai auspicabile ritornare ad avere una dipendenza così forte da una singola fonte. Abbiamo pagato il prezzo di questa eccessiva dipendenza e questo ci deve servire come monito per il futuro".
Pagheremo anche il prezzo per l'indipendenza?
"Avere più fonti di approvvigionamento vuol dire aprire anche nuove rotte, diversificare il portafoglio, ogni cosa ha un costo e anche l'indipendenza economica ne ha uno".
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