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Bastioli, Novamont: “Necessario rigenerare acqua e territorio, sviluppando la bíoeconomia circolare tra settori”

Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont: “Emergenze esponenziali, occorre flessibilità anche legislativa e connessione tra settori diversi”, l'intervista al Giornale d’Italia:

05 Luglio 2023

Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, in occasione dell’Assemblea Nazionale Anbi (Associazione Nazionale Consorzi e tutela del territorio ed acque irrigue) dedicata alle azioni strategiche per la vita, l’economia e l’ambiente, ed alle proposte concrete dei Consorzi di bonifica,  presso lo Sheraton Golf Parco De' Medici, ha dichiarato al Giornale d’Italia:

“La rigenerazione dei territori, in un momento come questo, con il cambiamento climatico, con lo sfruttamento delle risorse, è assolutamente fondamentale.

Rigenerare attraverso l’innovazione, ma fatta nei territori, con progetti di territorio, che mettano insieme le filiere. Questa la vera importanza.

L’acqua, ovviamente, è un elemento fondamentale, come la salute del suolo.

Sono due elementi da rigenerare, per poter supportare tutta la filiera preziosa del made in Italy ed anche dei prodotti biobased di cui noi ci occupiamo.

La Bíoeconomia circolare è il modo per ragionare in maniera sistemica, connettendo i settori.

Quindi, rigenerazione territoriale, qualità dei suoli ed interconnessione tra settori diversi.

Questo è il modo per fare di più con meno, la grande sfida disaccoppiare sviluppo e risorse, l’unico modo per essere resilienti per il futuro, in un territorio, come il nostro, che è pieno di qualità, ma è anche scarso di materie prime.

La legislazione è fondamentale, non può essere né più avanti, né più indietro, rispetto al fronte delle innovazioni.

Non solo, ma deve anche essere sistemica, non può occuparsi a silos di settori diversi, ma capire le interconnessioni.

Quindi, avere anche uno spazio di sperimentazione, che permetta di imparare facendo, dei parametri che vanno monitorati, ma che possono essere modificati nel tempo. Non un top down, ma un sistema anche regolatorio che permetta di avere delle modifiche.

Perché le emergenze che noi affrontiamo sono sempre più esponenziali, quindi abbiamo bisogno di essere flessibili anche nei sistemi legislativi e, soprattutto, connessi tra settori diversi. Non è più possibile avere ministeri separati, per affrontare le emergenze territoriali. Non si può affrontare l’emergenza dell’acqua e poi quella del suolo, e poi delle filiere agricole.

Abbiamo bisogno di un nuovo rapporto tra città, cibo, agricoltura, industria. Tutte le infrastrutture che riguardano il trattamento dei rifiuti, quello dell’acqua, quello dell’energia, sono tutte connesse. È, questa, la grande sfida che abbiamo di fronte.”

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