16 Novembre 2022
Cathy La Torre, avvocata specializzata in diritto antidiscriminatorio, in occasione della presentazione di #Sempre25novembre, ha commentato a Il Giornale d'Italia:
"La prima cosa che bisogna fare rispetto ad alcune forme di violenza, come quella psicologica ed economica, è cominciare a riconoscerle. Se noi etichettiamo tutto come “è normale”, quando accadono femminicidi e nella narrazione pubblica parliamo di raptus, tutto questo deve essere decostruito. Nessuno si sveglia la mattina e uccide la propria partner, ci sono segnali che durano anni.
Ci sono molte difficoltà nell’ambito giuridico, alcune riguardano i tempi per i procedimenti i violenza, che per mancanza di organico non vengono rispettati. C’è il tempa poi della formazione delle forze dell’ordine, molti uffici non hanno degli operatori e operatrici formati sul contrasto della violenza di genere.
Le iniziative da portare a termine sono tantissime, noi ci aspettiamo che questo nuovo governo le metta in campo. La violenza non ha nessun connotato politico, ma il contrasto alla violenza è una battaglia che ci accumuna tutte e tutti.
Io mi definisco avvocata Cathy La Torre e desidero essere così appellata, per ricordare che non esiste soltanto il maschile. Non abbiamo nessun problema a dire infermiera, maestra o bidella; però guarda caso abbiamo problemi a dire avvocata o architetta. È importante riconoscere che ai vertici di ogni cosa può esserci un uomo o una donna, ma deve essere competente. Io utilizzo la lingua italiana, quindi la presidenza e la presidente, ma rispetto chiunque abbia scelto di appellarsi nel modo che vuole, perché è un principio di autodeterminazione.
La valutazione del rischio è fondamentale, abbiamo delle vite sulla nostra coscienza".
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