30 Maggio 2022
Tomaso Mainini, Senior Managing Director Italia e Turchia di PageGroup, ha affermato in un’intervista a Il Giornale d’Italia: “Il mercato del lavoro ha subito un importante cambiamento negli ultimi due anni. Non è solo legato a quello che è il concetto di flessibilità che tutte le aziende stanno adottando, ma parlo in maniera specifica per il mercato italiano in cui si sta verificando una situazione che non ha precedenti. In passato le aziende erano alla ricerca di talenti e riuscivano a soddisfare questa esigenza. In questo momento è emerso che il nostro mercato, che era client driven dove era molto importante trovare dei clienti che cercassero dei profili, si è trasformato in un mercato di tipo candidate driven. Sono i nostri clienti che sono alla ricerca di talenti, la difficoltà sta proprio nello short rage di candidati sul mercato. Ci sono dei candidati che fanno un'intervista con noi e con un'altra realtà e alla fine possono avere più offerte prima di poter scegliere la migliore. Si tratta di un'opportunità per i candidati di avere più scelta, e allo stesso tempo si verifica una difficoltà per le aziende di poter soddisfare i loro trend di crescita, quindi trovare le persone giuste da collocare al momento giusto.
Il problema di competenze in Italia esiste, ma stiamo notando che tutte le aziende si stanno attrezzando per poter aiutare i potenziali candidati a formarsi sulle competenze sulle quasi non sono ancora ferrati al 100%. Noi stiamo investendo tantissimo nel business Information Technology, abbiamo creato la IT Academy: abbiamo assunto delle persone giovani, che non avevano esperienza, e gli abbiamo fatto fare un corso, grazie al quale hanno ricevuto formazione dal punto di vista del recruitment, ma anche dal punto di vista di competenze tecniche. É stato un investimento importante: per 6 mesi queste persone hanno fatto solo training, ma oggi sono 20 ragazzi giovani in più presenti su un mercato estremamente dinamico.
Il gender equality è un altro tema che ci sta profondamente a cuore: noi abbiamo una preponderanza di genere femminile, anche se abbiamo notato che per i ruoli di responsabilità abbiamo notato che c'è una percentuale superiore di genere maschile. Il nostro obiettivo è raggiungere una parità di genere a qualsiasi livello: il target che abbiamo è di supportare tutte le donne nel poter fare una carriera di lungo termine. Sicuramente in passato qualcosa non è stato fatto nella maniera corretta, ad oggi stiamo cercando di migliorare per coprire questo gap e supportare i nostri clienti che vogliono raggiungere questo obiettivo di parità.
Il ruolo della politica è sempre stato molto chiaro: tutti hanno sempre detto che bisogna raggiungere la gender equality, poi bisogna capire quanto operativamente possono influenzare le scelte delle singole aziende. Più che la politica, secondo me sono le aziende che si devono occupare di mettere le donne nelle condizioni di essere nella posizione giusta al momento giusto. Non dobbiamo mettere una donna in un ruolo di responsabilità in quanto donna, ma perché l'abbiamo aiutata a raggiungere quel ruolo supportandola nella propria carriera professionale.
Il reddito di cittadinanza considero che sia una misura che possa andare incontro alle esigenze di persone che non hanno la possibilità di avere un lavoro. La reputo una misura corretta come sostentamento delle famiglie più deboli. Se però lo scopo del reddito è trovare un lavoro con i centri dell'impiego, penso che non abbia raggiunto questo obiettivo. Era molto complicato prima per società come le nostre o per agenzie del lavoro capire dove collocare queste persone e formarle, ora mi sembra impossibile che persone che non abbiano mai fatto questo lavoro lo possano fare dall'oggi al domani. Ritengo che la misura sia giusta da un punto di vista di equità sociale, ma che non sia lo strumento migliore per trovare delle nuove opportunità di lavoro a queste persone", conclude.
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