18 Novembre 2025
Washington DC, 18 nov. (askanews) - Una sfida a Donald Trump i cui esiti sono davvero imprevedibili. Oggi la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d'America voterà un disegno di legge per obbligare l'amministrazione presidenziale a essere più trasparente sul caso Epstein. Ovvero una brutta storia di potere e sfruttamento di donne e ragazze a fini sessuali.
La proposta di legge mira a ordinare al Dipartimento di Giustizia di "desecretare tutti i documenti e i registri" in suo possesso riguardanti il finanziere newyorkese, morto in prigione nel 2019 prima del processo per reati sessuali.
"Faccio appello ai membri della Camera affinché votino per la pubblicazione di questi documenti, così che possiamo finalmente capire chi altro ha aiutato Jeffrey Epstein e chi altro ha reso vittime così tante bambine e donne". Lo ha detto Alicia Arden a Los Angeles. L'ex modella ha accusato Jeffrey Epstein di averla aggredita sessualmente nel 1997 in un hotel in California.
Dopo la probabile adozione alla Camera, il disegno di legge passerà al Senato, anche se non c'è certezza che il leader della maggioranza repubblicana, John Thune, deciderà di metterlo ai voti. Tuttavia, una decisione del genere esporrebbe il campo presidenziale, e in particolare la Casa Bianca, a nuove critiche.
Avendo condotto per settimane una vera e propria campagna davanti e dietro le quinte per impedire lo svolgimento di questa votazione alla Camera, domenica Donald Trump ha cambiato rotta, dando finalmente il suo appoggio.
"Non abbiamo nulla da nascondere", ha dichiarato il presidente, continuando a inveire contro quella che definisce una "bufala" orchestrata dall'opposizione, affermando nuovamente che i repubblicani "non avevano nulla a che fare con Epstein", mentre "i democratici, sì, tutti i suoi amici erano democratici", ha detto.
Il suo cambio di posizione è avvenuto mentre uno degli autori del disegno di legge, il repubblicano Thomas Massie, ha dichiarato nel fine settimana che si aspettava che "100 o più" dei suoi colleghi della maggioranza si unissero a lui nel sostenere il disegno di legge.
Intanto Larry Summers, segretario al Tesoro sotto Bill Clinton e in seguito presidente dell'Università di Harvard, ha annunciato lunedì che si ritirerà dalla vita pubblica dopo la pubblicazione della sua corrispondenza via email con Epstein. A riprova che l'affaire non solo è rovente, ma brucia.
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