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Israele, l’applauso choc in tribunale a 2 dei 5 soldati accusati di aver abusato detenuto palestinese nel carcere di Sde Teiman - VIDEO

Le 2 guardie applaudite all’ingresso dell’aula fanno parte dell’Unità 100, composta da 5 membri ora sotto processo militare per aggressione aggravata ai danni di un prigioniero palestinese, abusato sessualmente. Le immagini diffuse mostravano diversi soldati picchiare un uomo a terra, prima di trascinarlo da parte e violentarlo in gruppo dietro scudi antisommossa. Il detenuto è stato poi ricoverato in ospedale con “gravi lesioni interne e traumi rettali”

13 Novembre 2025

Applausi choc e cori di sostegno hanno accolto in tribunale 2 dei 5 soldati israeliani accusati di aver partecipato all’abuso sessuale di un detenuto palestinese nel campo di detenzione di Sde Teiman, nel luglio 2024. La scena, avvenuta davanti ai giudici militari, ha provocato indignazione e nuove tensioni attorno a un caso che continua a scuotere l’opinione pubblica israeliana e internazionale.

Israele, l’applauso choc in tribunale a 2 dei 5 soldati accusati di aver abusato detenuto palestinese nel carcere di Sde Teiman

Secondo quanto emerso, le 2 guardie applaudite all’ingresso dell’aula fanno parte dell’Unità 100, composta da 5 membri ora sotto processo militare per aggressione aggravata ai danni di un prigioniero palestinese, abusato sessualmente. Le immagini diffuse mostravano diversi soldati picchiare un uomo a terra, prima di trascinarlo da parte e violentarlo in gruppo dietro scudi antisommossa. Il detenuto è stato poi ricoverato in ospedale con “gravi lesioni interne e traumi rettali”, che hanno richiesto più interventi chirurgici.

La diffusione del filmato – definito da molti “le immagini della vergogna” – ha aperto un ulteriore fronte giudiziario. L’ex procuratore generale militare Yifat Tomer-Yerushalmi ha infatti ammesso di aver reso pubbliche le sequenze, e ora è lei stessa arrestata per la fuga di notizie. L’Alta Corte è chiamata a valutare se l’inchiesta dovrà restare in ambito militare o essere affidata a una procura civile.

Sebbene inizialmente l’accusa militare avesse considerato l’ipotesi di stupro, le imputazioni per violenza sessuale sono state successivamente ritirate. Gli avvocati dei soldati denunciano una “campagna di scarnio”, sostenendo che il caso sia stato costruito per ragioni politiche. “Siamo venuti a servire il popolo e lo stato con dedizione, e ora, in questi giorni folli, ci troviamo diffamati da coloro che avrebbero dovuto proteggerci”, hanno dichiarato gli imputati in aula.

La difesa chiede addirittura che il processo venga archiviato dopo l’indagine sulla fuga del video. “Stiamo chiedendo giustizia”, ha affermato uno degli avvocati fuori dalla Corte Suprema di Gerusalemme. “Il minimo che si debba fare è annullare immediatamente il processo e perseguire tutti coloro che hanno preso parte, chiuso un occhio o hanno dato una mano a questa parodia”.

Nel frattempo, le organizzazioni per i diritti umani denunciano un quadro di violenze sistematiche nei centri di detenzione israeliani. Secondo un rapporto del Centro palestinese per i diritti umani, durante il genocidio a Gazai detenuti palestinesi sono stati sottoposti a torture sistematiche”, comprese aggressioni sessuali, spogliarelli forzati e umiliazioni psicologiche.

Il mese scorso, inoltre, diversi corpi di palestinesi restituiti da Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco avrebbero mostrato “segni di abusi e torture”. Alcuni dei cadaveri provenivano proprio dal campo di Sde Teiman, divenuto ormai simbolo di una gestione carceraria segnata da accuse di brutalità e impunità.

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