13 Ottobre 2025
Ennesimo giornalista ucciso nel genocidio di Gaza. Il reporter palestinese Saleh Al-Jaafrawi è stato assassinato con 7 colpi d'arma da fuoco a Sabra, un quartiere di Gaza City. L'uomo collaborava con Al Jazeera, ma allo stesso tempo era noto per reportage indipendenti nella Striscia. Per la sua morte, si punta il dito contro le bande ribelli armate fedeli a Israele, probabilmente durante un regolamento di conti subito dopo l'"accordo di pace".
Il giornalista palestinese Saleh Al-Jaafrawi, collaboratore di Al Jazeera e noto reporter indipendente della Striscia di Gaza, è stato ucciso sabato nel quartiere di Sabra, a Gaza City, pochi giorni dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Secondo le prime ricostruzioni, il reporter sarebbe stato raggiunto da sette colpi d’arma da fuoco mentre documentava le distruzioni provocate dagli ultimi raid israeliani. Il suo corpo è stato trasferito al Baptist Hospital di Gaza City.
Al-Jaafrawi era molto conosciuto per i suoi reportage sui civili sotto assedio, pubblicati da media locali e internazionali, e per il suo impegno nel denunciare le violazioni dei diritti umani nella Striscia. Sui suoi canali social, seguitissimi in tutto il mondo arabo, raccontava con immagini e video la vita quotidiana sotto i bombardamenti.
Le circostanze della morte restano controverse. Secondo fonti locali, Al-Jaafrawi sarebbe rimasto coinvolto in un conflitto a fuoco tra Hamas e una milizia accusata di collaborazionismo con Israele. Altre testate palestinesi, tra cui The New Arab e Quds News Network, sostengono invece che il giornalista sia stato “giustiziato” da gruppi collaborazionisti sostenuti da Israele.
Il Gaza Government Media Office ha condannato l’omicidio, accusando Israele di "essere indirettamente responsabile per aver creato un clima di impunità contro i giornalisti palestinesi". Si indaga anche sul possibile coinvolgimento di membri del clan Dughmosh, già implicati in altri episodi di violenza a Gaza, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
La morte di Al-Jaafrawi arriva nel pieno della tregua mediata dagli Stati Uniti e dagli Stati arabi, che prevede il ritiro progressivo delle forze israeliane, lo scambio di ostaggi e prigionieri, e la riapertura dei valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari.
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