03 Ottobre 2025
Almeno sei civili uccisi e 24 feriti: è questo il bilancio delle vittime seguito al bombardamento effettuato su un centro sfollati ad Al Fasher, nel Sudan sud-occidentale, da parte dell'RSF.
È sempre più grave la situazione umanitaria in corso nel Darfur, la regione sud-occidentale del Sudan nella quale da anni è in corso la violenta guerra civile tra l'esercito di Khartoum e il gruppo paramilitare delle Forze di Supporto Rapido (Rsf). Nella mattinata di mercoledì 1° ottobre, le Rsf hanno condotto un raid aereo sulla scuola Abu Bakr Al Siddiq divenuta rifugio per sfollati nella città di El Fasher, capitale del Darfur settentrionale e città più martoriata della regione. Il rifugio è stato colpito mentre veniva servita la colazione a migliaia di anziani, donne e bambini: bombardamenti che hanno distrutto la cucina del rifugio e causato ingenti danni ai quartieri abitativi. "Persino le cucine che fungevano da rifugio per i poveri e gli affamati non sono sfuggite ai bombardamenti" fa sapere il Coordinamento della Resistenza di Al Fasher, che aggiunge "Le pentole sono state lasciate in frantumi e il cibo è stato sparso per terra, come se fosse stata dichiarata guerra ai deboli e agli affamati". La città di Al Fasher è teatro di fitti combattimenti già dal maggio 2024 ma è diventata anche uno dei più importanti centri umanitari per il Darfur.
Situazione critica già da tempo, dove già da mesi le organizzazioni umanitarie hanno denunciato come l'85% della popolazione sfollata in quella città non abbia accesso né ai beni né ai servizi essenziali. Secondo l'allarme lanciato dalla COOPI (Cooperazione Internazionale), il 97% dei civili è ben al di sotto degli standard minimi di accesso all'acqua. A quanto emerge da analisi delle Nazioni Unite, sono oltre 20.000 i civili morti dall'aprile 2023 a seguito degli scontri tra le milizie sudanesi, e circa 15 milioni le persone sfollate.
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