21 Novembre 2025
Grande paura alla Cop30 di Belém, in Brasile, nel primo pomeriggio di giovedì 20 novembre. Un incendio è infatti divampato nel padiglione centrale e ha provocato una rapida evacuazione generale. Gli organizzatori hanno poi dichiarato che non ci sarebbe nessun ferito e che le indagini sulle cause proseguono, ma che, per ora, "non ci sono indizi di dolo".
Un incendio è scoppiato nel primo pomeriggio nel padiglione centrale della zona blu della Cop30 a Belém, in Brasile, costringendo alla rapida evacuazione delegati, staff delle Nazioni Unite e personale di sicurezza. Le fiamme si sono sviluppate all’ingresso dell’edificio che ospita il cuore dei negoziati, tra il padiglione della Gioventù e quello dell’Italia. In pochi minuti il fumo ha invaso i corridoi, mentre gli addetti alla sicurezza e lo staff Onu intervenivano con gli estintori per contenere il rogo.
Secondo il ministro del Turismo brasiliano, Celso Sabino, l’incendio è stato messo “sotto controllo” in tempi relativamente brevi e non si registrano feriti. Le autorità hanno precisato che al momento non ci sono indicazioni di dolo: le cause restano da chiarire, ma le prime valutazioni non suggeriscono un atto intenzionale.
L’episodio è avvenuto in una giornata particolarmente delicata per il summit Onu sul clima. I negoziati sulla roadmap per l’abbandono dei combustibili fossili erano in stallo e la nuova bozza attesa dalla presidenza brasiliana non era ancora stata diffusa. L’evacuazione ha portato alla sospensione delle riunioni e alla cancellazione della plenaria prevista, rallentando ulteriormente i lavori.
Nonostante i danni, giudicati contenuti, l’incendio ha creato un clima di ulteriore tensione all’interno della conferenza. La presidenza brasiliana spera di riprendere oggi le discussioni e riportare il dibattito sui combustibili fossili al centro dell’agenda, nella speranza di chiudere il vertice con un risultato politicamente significativo.
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