09 Settembre 2025
Israele ha lanciato nuovi raid in Siria, sulle aree intorno alle città di Homs e Latakia. L'Idf ha dichiarato di aver colpito un deposito di munizioni e diversi quartieri residenziali. Il bilancio provvisorio dei bombardamenti è di almeno 13 morti, per la maggior parte civili.
Israele continua ad allargare il proprio raggio di fuoco ben oltre i confini palestinesi. Nelle ultime ore, raid aerei hanno colpito le zone di Homs e Latakia, nel cuore e nell’ovest della Siria, secondo quanto riferito dall’agenzia ufficiale siriana Sana.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) ha precisato che l’attacco nei pressi di Homs ha centrato un’unità militare a sud della città. Le notizie parlano di esplosioni violente e di almeno 13 vittime, mentre la popolazione civile vive nell’angoscia costante di nuovi bombardamenti.
Questi raid non sono un episodio isolato. Da quando, nel dicembre 2024, una coalizione di ribelli islamisti ha rovesciato Bashar al-Assad, Israele ha intensificato i propri attacchi sulla Siria, giustificandoli con la “lotta a gruppi ostili” ma in realtà aprendo un nuovo fronte nel suo disegno di espansionismo regionale.
Dietro la retorica della “sicurezza nazionale” si nasconde un progetto più ampio: il cosiddetto piano del “Grande Israele”, una visione che passa dall’annientamento della resistenza palestinese all’indebolimento sistematico di paesi confinanti come Siria e Libano.
La comunità internazionale resta in silenzio, mentre Israele continua a bombardare senza sosta Gaza e ora piega la Siria. Un Paese già devastato da anni di guerra civile e oggi costretto a subire anche la violenza di uno Stato che si muove con totale impunità, certo della copertura occidentale.
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