15 Agosto 2025
Il premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu ha ammesso in un'intervista delirante di essere "molto legato alla visione del 'Greater Israel'" e che, con il genocidio a Gaza attualmente in corso, lui stia cercando di "realizzarlo", in una "missione storica e spirituale". Sono quindi confermate le anticipazioni de Il Giornale d'Italia sulla volontà del leader israeliano di espandere i confini dello Stato dall'Egitto fino alla Giordania.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riaffermato il proprio impegno verso la visione del “Grande Israele” in un’intervista a i24NEWS, definendola “una grande missione”. Alla domanda del giornalista Sharon Gal se condividesse tale prospettiva, Netanyahu ha risposto: “Assolutamente sì. Penso spesso a mio padre e alla generazione che ha fondato lo Stato. La mia generazione deve garantirne la continua esistenza: è una grande missione”.
Il “Grande Israele” fa riferimento a un’interpretazione biblica dei confini al tempo di Re Salomone, comprendente non solo Gaza e Cisgiordania, ma anche parti di Giordania, Libano, Siria ed Egitto. Storicamente, l’espressione riemerse dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, includendo i territori allora conquistati: Gerusalemme Est, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Penisola del Sinai e Alture del Golan.
Ricevendo da Gal un amuleto raffigurante “la mappa della Terra Promessa”, Netanyahu ha ribadito: “Sono in missione per generazioni: ebrei che sognavano di venire qui e ebrei che verranno dopo di noi. Sì, è una missione storica e spirituale”.
Sul fronte di Gaza, Netanyahu ha dichiarato che Israele consentirà ai palestinesi di lasciare la Striscia “se lo desiderano”, invitando “i Paesi che vogliono aiutarli ad aprire le loro porte”.
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