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Nuovo incontro Trump-Netanyahu, 'Bibi' tira dritto sul progetto The Greater Israel: "A Gaza dobbiamo finire il lavoro, liberare tutti gli ostaggi e distruggere Hamas”

Un incontro flop che ha sostanzialmente ribadito le posizioni di Netanyahu, che vuole portare avanti il genocidio iniziato più di un anno e mezzo fa. Tra i temi discussi anche gli aiuti umanitari ed il riposizionamento dell'Idf

09 Luglio 2025

Il grande bluff, Trump sgancia la bomba, l'Iran abbassa la testa, Netanyahu si fa bello, ma è tutto un teatrino

Netanyahu e Trump, fonte: imagoeconomica

Il nuovo incontro tra Trump e Netanyahu è durato circa 90 minuti ed è stato un flop. I due hanno avuto un ennesimo faccia a faccia alla Casa Bianca dopo quello di lunedì sera. Un incontro che ha sostanzialmente ribadito le posizioni del primo ministro israeliano, che nella Striscia sta conducendo un genocidio da più di un anno e mezzo, e che tira dritto sul progetto Greater Israel del 1982, il quale conferma che le mire dello Stato ebraico corrisponderebbero oggi ai territori di Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria meridionale con Damasco, parte dell’Iraq, dell’Egitto e dell’Arabia SauditaNetanyahu ha ribadito gli obiettivi di Israele: "Rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti; eliminazione delle capacità militari e di governo di Hamas; garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia". 

Nuovo incontro Trump-Netanyahu, 'Bibi' tira dritto sul progetto The Greater Israel: "A Gaza dobbiamo finire il lavoro"

Netanyahu e Trump hanno anche parlato degli Accordi di Abramo, le intese bilaterali per normalizzare le relazioni fra Israele e i Paesi arabi. Prima del faccia a faccia, Netanyahu ha incontrato l'inviato per il Medioriente Steve Witkoff, che si è mostrato ottimista per un accordo entro il weekend. Ma finora, i negoziati di Doha sono stati un buco nell'acqua, nonostante un funzionario israeliano abbia asserito che che sia stato definito il 90% dei dettagli.

Il primo ministro israeliano ha ribadito la sua linea, sancendo nuovamente uno stallo sul cessate il fuoco a Gaza. Tra i vari temi si è discusso anche del riposizionamento delle truppe israeliane. Hamas ha chiesto un ritiro dell'Idf sulle stesse linee stabilite prima che il precedente cessate il fuoco fallisse in marzo, ma Tel Aviv ha rifiutato. Uno dei nodi che sarebbe stato risolto è quello legato agli aiuti umanitari: nelle zone della Striscia da cui si ritirerà l'esercito israeliano, essi saranno forniti dall’ONU o da organizzazioni internazionali non affiliate a Israele, come può essere la Ghf.

Hamas ha anche chiesto garanzie in merito al fatto che Israele non sia in grado di iniziare unilateralmente la guerra alla fine dei 60 giorni di cessate il fuoco.

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