03 Agosto 2025
Il ministero della Salute di Gaza ha riferito che, nelle ultime 24 ore, gli ospedali dell’enclave palestinese hanno ricevuto i corpi di oltre 130 persone, tra cui 15 recuperate sotto le macerie di edifici distrutti. I feriti palestinesi sono almeno 866, di cui 511 colpiti mentre cercavano aiuti umanitari Almeno 70 persone sono rimaste uccise durante i tentativi di recuperare cibo e beni di prima necessità dai siti di aiuti umanitari della Gaza Humanitarian Foundation (GHF).
Con questo aggiornamento, il bilancio totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva israeliana, il 7 ottobre 2023, sale a 60.839 morti. Dal 18 marzo 2024, data in cui Israele ha rotto il cessate il fuoco con Hamas, le vittime sarebbero 9.350 e i feriti 37.547.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno riferito, intanto, che 136 pacchi di aiuti alimentari sono stati paracadutati nelle zone settentrionali e meridionali della Striscia. Provenienti da 6 paesi: Emirati Arabi Uniti, Giordania, Egitto, Francia, Germania e Belgio. Ogni pacco, secondo le IDF, contiene circa una tonnellata di cibo.
Tuttavia, secondo l’Unicef, la crisi umanitaria in corso ha già assunto le dimensioni di una vera e propria strage di bambini: sono almeno 18.000 i minori uccisi da quando il conflitto è iniziato, il 7 ottobre 2023. Parallelamente, anche in Cisgiordania la tensione resta altissima, con continui assalti dell’esercito e di coloni israeliani ai villaggi palestinesi, mentre cresce il numero dei paesi che si sono espressi a favore del riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente.
Una delle storie simbolo di questa tragedia è quella di Abdul Rahman Abu Jazar, un ragazzo di 15 anni rimasto parzialmente cieco dopo essere stato colpito all’occhio dalle forze israeliane. Il giovane stava cercando di raccogliere cibo nei pressi di un centro di distribuzione della GHF, un’organizzazione umanitaria sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele.
Secondo i medici, è improbabile che possa riacquistare la vista dall’occhio sinistro. “Sono andato lì verso le 2 del mattino. Era la prima volta che andavo al punto di distribuzione,” ha raccontato Abdul Rahman ad Al Jazeera. “Ci sono andato perché io e i miei fratelli non avevamo cibo. Non riuscivamo a trovare nulla da mangiare.” Il ragazzo ha poi descritto gli attimi dell’attacco: “Stavamo scappando quando hanno iniziato a spararci. Ero con altri tre. Tre di loro sono stati colpiti. Non appena abbiamo iniziato a scappare, hanno aperto il fuoco.” “Poi ho sentito qualcosa di simile a un’elettricità attraversarmi il corpo… Sono crollato a terra… Ho pensato che fosse la fine. La mia morte è vicina.”
Nonostante fosse ferito, ha raccontato che gli spari sono proseguiti: “Continuavano a sparare, anche mentre la gente urlava di farci tornare indietro. Mi sono spaventato e ho iniziato a recitare le preghiere.”
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