È di 39 il numero delle vittime del bombardamento israeliano che ha colpito un Internet Café sul lungomare di Gaza. Un missile lanciato da un jet dell'Idf ha centrato il locale "Al-Baqa", situato nella zona nord di Gaza City noto per essere frequentato da giornalisti, attivisti e cittadini che vi si recavano per accedere alla rete. Tra le persone uccise figura anche Ismail Abu Hatab, uno dei fotogiornalisti più noti del conflitto, le cui immagini hanno documentato in tutto il mondo la devastazione nella Striscia sotto assedio.
Prima del genocidio l'internet cafè era una semplice caffetteria sulla spiaggia, dove le persone si recavano per rilassarsi e godersi la vista. I resti di alcune vittime sono state dispersi dall'esplosione, finendo anche in mare, dove poi sono scomparsi inghiottiti dalle onde.
Il bilancio complessivo delle vittime registrate ieri è di oltre 100 morti. Le forze israeliane hanno colpito anche un bar, una scuola e diversi punti di distribuzione alimentare. Il bombardamento sul bar ha completamente distrutto l’edificio, lasciando un enorme cratere nel terreno. Un corrispondente di Al Jazeera ha riferito che l’attacco è avvenuto “senza alcun preavviso”. “Quest’area offriva riparo a molte persone sfollate e traumatizzate, rappresentando uno dei pochi luoghi di sollievo dal caldo soffocante delle tende,” ha aggiunto. Tra le vittime anche alcuni bambini che stavano partecipando a una festa di compleanno.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atteso lunedì 7 luglio alla Casa Bianca per un incontro con il presidente Donald Trump. La visita, la terza da quando Trump è tornato al potere lo scorso gennaio, avviene in un momento in cui Washington intensifica gli sforzi diplomatici per ottenere un cessate il fuoco a Gaza.
Secondo fonti statunitensi e israeliane, il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, sarà a Washington nei prossimi giorni per preparare il vertice tra i due leader. La recente fine della guerra di 12 giorni tra Israele e Iran ha aperto una possibile finestra di dialogo, che Trump intende sfruttare per raggiungere un nuovo accordo di pace da aggiungere alla lista delle intese già mediate dalla sua amministrazione.