01 Agosto 2025
Anche il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi si è pronunciato sulla situazione a Gaza, ripercorrendo lucidamente il percorso che ha portato alla fondazione dello Stato ebraico e poi alla scia di morti e genocidio attuale. Secondo lo studioso, "gli ebrei costruirono Israele sulla giustificazione biblica di 'lo dice Dio, sterminate i popoli che abitano nella Terra Promessa e conquistatela'".
Il divulgatore ha cominciato il proprio discorso mostrando alcune cartine ritraenti il Medio Oriente. "Queste sono le mappe della Palestina dal 1946 fino ad oggi, più o meno. La parte verde è quella che era occupata dai palestinesi: la Palestina prima del '46, era praticamente quella. Vedete che c'erano delle zone bianche già all'epoca, c'erano delle delle zone che erano state comprate dai coloni israeliani, ma erano una piccola parte. Poi è successo quello che vedete nella seconda mappa: il piano Onu. Ora, questa è una cosa interessante, perché la Palestina era un protettorato inglese e quindi gli inglesi volevano liberarsene, e allora fanno decidere all'Onu cosa farsene. E l'ONU decide di tagliare la Palestina e di dire: 'Questo deve essere lo Stato della Palestina e tutto il resto diventa Israele'. Ma è la stessa storia dell'Africa o delle colonie, ma lì non era deserto."
Prosegue poi lo studioso, spiegando come si siano originati i primi scontri fra ebrei e palestinesi. "Non è che uno dice agli israeliani 'venite e occupate quelle terre, che sono vuote'. C'erano dei popoli. E che cosa è stato fatto di quei popoli? Quello che c'è scritto nella Bibbia, se voi leggete la Bibbia, nei libri iniziali, vi accorgete che Dio dice agli ebrei 'Tuavrai la Terra Santa, è tua, te la prometto io'. E loro dicono 'Noi abbiamo diritto alla Terra Santa, perché ce l'ha detto Dio'. Ora però, nel 2000 queste queste motivazioni sembrano un po' strane. Dio può dire qualunque cosa a chi vuole ottenerla. Però nella Bibbia c'è scritto chiaramente, che cosa c'era nei luoghi della Terra Santa? C'erano altre popolazioni, anzi in realtà la Bibbia poi la dice in maniera molto precisa. 11 tribù di Israele in realtà dovevano occupare 11 zone della Terra santa in cui c'era una lista di 11 popolazioni. E che cosa dice Dio agli israeliani e ai futuri israeliani dell'antichità di fare? 'Sterminateli tutti, fateli fuori'. Io, forse in maniera un po' perversa, quando ho scritto un libro sul cristianesimo, mi sono messo a fare i conti. Sono cifre folli scritte nella Bibbia: 750.000 che vengono enumerati allora. La storia di Israele incomincia in questo modo. Ed è una storia delirante se uno legge la Bibbia in maniera letterale e quella è la parte dei fondamenti della nostra religione, perché il Vecchio Testamento i cristiani non l'hanno mai abiurato."
"Avrebbero potuto. Ci sono stati dei teologi che, nel passaggio fra l'antichità e la modernità erano contrari, come Marcione, a cavallo tra il primo e il II secolo, che disse: 'Se noi leggiamo la Bibbia, quel Dio lì noi non lo vogliamo. Noi abbiamo un Dio dell'amore, Gesù Cristo. Che ci teniamo questa zavorra di questo Yahweh, di questo Elohim, che diceva di fare cose assurde e violente'. Eppure Marcione fu dichiarato eretico. Il cristianesimo ha preso quella tradizione, quell'eredità, e se l'è portata dietro fino ad oggi. E Israele continua a fare così. Poi vedete naturalmente ci furono delle guerre, come la guerra dei 6 giorni... Ufficialmente la Striscia di Gaza è quella che vedete a sinistra nella terza mappa. E l'altra è la Cisgiordania, ma quello che oggi è la Palestina è quello che vedete a destra. Il resto sono diventate semplicemente delle polveri."
"La Cisgiordania di fatto non esiste più, perché ci sono un sacco di pozzi di di acqua per esempio. E poiché Israele è un deserto, gli israeliani si sono ritagliati i pozzi, hanno fatto delle strade che collegassero questi pozzi, che rimangono in mani israeliane. Poi hanno fatto una generosa offerta ai palestinesi, dicendo: 'Tutto il resto dove non c'è niente, dove non c'è nemmeno l'acqua, quello potrebbe essere il vostro stato'. Poi vi ricordate cosa dicevano i giornali, che Arafat non aveva accettato questa cosa, il grande errore,... ma un Presidente come Jimmy Carter, che era un Presidente degli Stati Uniti quindi non era un famoso terrorista, non faceva parte di Hamas, scrisse un libro che si intitolava 'Palestina pace o apartheid', non a caso poi prese il premio Nobel per la pace. Apartheid era la parola che si usava per i neri in Sudafrica quando c'era un regime filo nazista. E Carter ha avuto il coraggio di chiamare le cose col loro nome. Quello che c'è oggi in Palestina, in Israele, è quello."
"Continuiamo a vedere vedere la disparità, per esempio delle misure che vengono prese nei confronti di Putin e nei confronti di Netanyahu. Putin ha invaso l'Ucraina. Pensiamo che sia giusto fare per esempio sanzioni, fare una guerra direttamente o indirettamente attraverso il supporto militare a uno che fa queste cose. Ma allora cosa dovremmo fare a Israele, la quale la fa da padrone? Ogni tanto, quando faccio queste queste conferenze, mi accorgo che si dice non è mai successa una cosa come quella che è successa oggi a Gaza, cioè questi stermini in cui per vendicare 1500 morti, se ne fanno 40 o 50000. E' una sproporzione assolutamente non equilibrata, eppure chi ha un po più di anni si ricorderà l'invasione del Libano che è cominciata ieri e l'altro ieri con gli israeliani che invadono appunto una nazione che in teoria dovrebbe essere autonoma. E chi c'era come Presidente del Consiglio? c'erano sempre loro quelli del Likud, cioè Netanyahu, ma prima c'era il generale Sharon, che era responsabile di massacri analoghi a quelli che sono stati fatti a Gaza, Sabra e Chatila. Qualcuno di voi si ricorderà: a noi facevano lo stesso effetto che fanno oggi ai giovani e noi pensavamo 'non abbiamo mai visto niente del genere'."
"Ma che cosa era successo a quei poveri palestinesi che erano nelle zone bianche e che sono state buttate fuori dal dalla loro terra perché lì è arrivata Israele? Ancora oggi decenni dopo, quasi ottant'anni dopo, vivono nei campi profughi che ci sono in Giordania, che ci sono ovviamente in Egitto e nelle zone limitrofe. E allora perché non si fanno sanzioni nei confronti di Netanyahu? Perché non si mandano armi ai palestinesi invece di dire: 'Chiunque li aiuti verrà punito'? Come?"
"Non so se avete visto l'agghiacciante video che ha fatto Netanyahu l'altro ieri, dirigendosi direttamente al popolo iraniano, dicendo 'Noi siamo vostri amici, vogliamo combattere i vostri ayatollah e stare dalla nostra parte'. Queste sono le cose incomprensibili e le motivazioni in parte sono, poiché c'è stato il peccato originale della Shoah, cioè quello che è stato fatto dagli europei. E allora oggi non si può più dir nulla, in questo Israele è stata molto furba e l'ha fatto a sangue freddo e a mente lucida."
"Nel 1970 un signore che qualcuno ricorderà come uno dei padri fondatori di Israele, Abba Eban, che fu prima l'ambasciatore alle Nazioni Unite e poi il ministro degli Esteri agli inizi del 1970 degli anni '70, quando ormai la popolazione mondiale cominciava ad avere un'idea di Israele che non era quella che che a loro piaceva. Ebbe questa idea geniale: diede una disposizione appunto come capo della diplomazia israeliana a tutte le diplomazie e di dire d'ora in poi ogni volta che viene criticato il Governo di Israele bisogna accusare chi fa queste critiche di antisemitismo. Che cosa c'entra l'antisemitismo, che è l'odio nei confronti degli ebrei, con le critiche che si fanno al governo di Israele? Però quando uno unisce queste due cose, chi si vuol prendere la qualifica di antisemita? E tutti stanno zitti, compresi i nostri presidenti Napolitano per esempio, Mattarella e così via. La signora Segre, per esempio, ogni volta che qualcuno fa una critica dice dice c'è ormai antisemitismo. Netanyahu è stato l'altro giorno all'Onu a dire 'Qui siete un covo di antisemiti'. Perché? Perché sono contrari alla politica di Israele".
"C'è un motivo molto preciso perché molti di voi ricorderanno che cos'era il sogno di Israele degli inizi. Quello che ci fu dopo la Seconda Guerra Mondiale era un sogno liberale socialista, voluto tra gli altri anche da Stalin. Stalin aveva il potere di veto all'Onu e avrebbe potuto vietare la nascita di Israele se avesse voluto. Invece lui era favorevole, diceva: 'Gli ebrei devono avere il loro Stato, perché i kibbutz, l'idea di coltivare le terre tutti insieme, di addirittura non avere la proprietà privata'. Questa era l'idea agli inizi, ma quella non è più l'Israele di oggi".
"E quand'è che Israele è cambiato? Negli anni '70, quando ci fu anzitutto un'immigrazione degli ebrei che vivevano nei paesi arabi limitrofi a Israele e che sono stati espulsi, esattamente come i palestinesi erano stati espulsi da Israele. Quindi quelli tornarono in Israele, o magari andarono in Israele, dove non sarebbero andati volontariamente. Ci arrivarono? No. Si rivoltarono contro l'idea socialista originaria di Israele, ma soprattutto arrivarono dall'Unione Sovietica. Gli anni '70 sono gli anni di Nixon e Kissinger, ve lo ricorderete. Le aperture alla Russia da una parte, le aperture alla Cina. Questa è una è una piccola parentesi interessante perché dopo la Seconda Guerra Mondiale si fecero le Nazioni Unite e si decise che le cinque potenze vincitrici avrebbero avuto il diritto di veto. E infatti ancora oggi ci sono gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Francia, la Russia e la Cina. Ma nel '45 la Cina non c'era. La Cina che aveva diritto di veto alle Nazioni Unite era la Cina di Shanghai Shek, che stava dove stava Taiwan. C'erano centinaia di milioni di cinesi, oggi ce n'è 1,5 milioni e si faceva finta che non esistesse. E alla fine, Nixon e Kissinger riconobbero l'esistenza della Cina maoista, misero fuori dalle Nazioni Unite Taiwan, che non appartiene ancora oggi alle Nazioni Unite, non esiste come Stato. Una delle clausole più importanti all'Onu fu che ogni anno l'Unione Sovietica avrebbe dovuto dare il permesso a molti decine di migliaia, circa 20-30 mila ebrei di emigrare dall'Unione Sovietica dove c'era un antisemitismo strisciante in Israele. E infatti cominciò ad esserci un grande esodo di migliaia di persone che ogni anno partivano dall'Unione Sovietica e arrivavano in Israele. Ovviamente quelli che se ne andavano odiavano l'Unione Sovietica, proprio perché evidentemente erano state vittime di antisemitismo".
"E allora che cosa si fa quando si odia un regime comunista e si ama quello che è l'esatto contrario, quello dei fascisti? Arrivò un'ondata di fascismo dentro Israele. E la cosa si coniuga perfettamente, perché quello che era un paria fino agli anni '70, cioè un signore che si chiamava Begin divenne primo ministro e poi, dopo di lui, quelli del suo partito: Sharon che ho citato, e Netanyahu, che tra parentesi, è al potere dal 1996, da più tempo di Putin. Ora cosa c'è di strano in questo partito, il Likud? Begin era quello che l'ha fondato, era un terrorista. Ma questo detto detto fra noi non c'è niente di male. Perché il terrorismo che cos'è? Terroristi sono quelli che combattono degli eserciti che sono stabiliti e lo fanno coi mezzi che hanno a disposizione, mettono le bombe, fanno attentati e così via. I palestinesi l'hanno fatto per anni, per decenni, e in genere le guerre di liberazione vengono fatte da eserciti convenzionali e da quelli che si chiamano terroristi dall'altra parte. Begin, per esempio, era diventato noto perché aveva messo una bomba all'Hotel King David, a Gerusalemme, dove morirono 80 persone. E quando Israele fu appunto proclamato, lui smise di usare terrorismo. Fondò un partito, che si chiamava Herut all'epoca, e andò a presentare questo partito negli Stati Uniti, dove ovviamente c'era una diaspora forte molti ebrei emigrati. E quando arrivò negli Stati Uniti, nel '48, sul New York Times ci fu una lettera di una ventina di emigrati ebrei, di grandi intellettuali, che dicevano: 'Attenzione, perché questo signore e il partito che lui sta sta creando ha gli stessi fini, usa gli stessi mezzi e si indirizza allo stesso strato sociale dei partiti nazisti e fascisti europei'. Sono parole che hanno perso la loro pregnanza nel '48. Ce l'avevano perché il nazismo e il fascismo erano appena finiti e soprattutto ce l'avevano per quegli ebrei lì che erano persone che avevano ovviamente perso la cittadinanza in Europa. Uno di questi si chiamava Albert Einstein, un'altra si chiamava Hannah Arendt. Hannah Arendt e Albert Einstein dicevano: 'Begin e il suo partito sono dei nazi fascisti e questi nazi fascisti sono al governo in Israele da 50 anni'. Allora si comincia a capire che cos'è quello che sta succedendo in in Terrasanta".
"Solo che se voi dite queste cose, soprattutto non potete scriverle sui giornali, perché altrimenti sareste antisemiti secondo la dottrina appunto di Begin. Ma guardiamo cosa se ne pensa il mondo. Questa è sempre la solita mappa del mondo, colorata di verde negli Stati che riconoscono lo Stato di Palestina. Praticamente tutto il mondo, eccetto noi, gli Stati Uniti, l'Europa, l'Australia e il Giappone. Anzi l'Europa non è nemmeno unita. Perché, vedete vi ricorderete che qualche mese fa la Spagna, l'Irlanda, la Norvegia, la Svezia e l'Islanda hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. Ma allora è sempre la solita storia: siamo noi contro tutti. E perché non riconosciamo lo Stato di Palestina? E perché siamo dalla parte di Israele? Ma come? Ma Israele ha quel governo lì da 50 anni. E' spaventoso vedere questa cosa che il resto del mondo stanno da una parte e noi stiamo sempre dall'altra".
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