14 Aprile 2025
È stato arrestato un altro studente della Columbia per sostegno alle proteste pro-Gaza, è il secondo dopo Khalil Mahmoud. Si tratta di Mohsen Mahdawi, originario della Cisgiordania, studente della Columbia e co-fondatore dei movimenti pro-Gaza "Dar: the Palestinian Student Society" e "Columbia University Apartheid Divest" volti a sensibilizzare sul genocidio in corso nella Striscia e a disinvestire nelle aziende che supportano Israele. L'arresto è avvenuto mentre Mahdawi, detentore di "green card" e residente da 10 anni negli States, si stava recando a un'intervista da lui ritenuta "sospetta" e già segnalata ai suoi rappresentanti in Congresso, i senatori Bernie Sanders e Peter Welch.
Il colloquio presso l'ufficio USCIS di Burlington, Vermont era finalizzato alla naturalizzazione statunitense, ma quando Mahdawi si è recato sul posto ha invece trovato ad attenderlo agenti dell'ICE (Immigration and Customs Enforcement) che lo hanno arrestato. "Questo è immorale, disumano e illegale", hanno commentato i senatori del Vermont Bernie Sanders e Peter Welch. "Al signor Mahdawi, residente legale negli Stati Uniti, deve essere garantito un giusto processo secondo la legge e deve essere immediatamente rilasciato dalla detenzione. Era entrato in un ufficio per quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo passaggio della sua procedura di cittadinanza e invece è stato arrestato e portato via", hanno concluso. I suoi legali hanno lanciato una petizione in cui si legge che "Mahdawi è stato un aperto critico della campagna militare israeliana a Gaza e un attivista e organizzatore di proteste studentesche nel campus della Columbia fino a marzo 2024, dopodiché ha fatto un passo indietro e non è più stato coinvolto nell'organizzazione". Gli avvocati sostengono che il suo fermo è avvenuto sulla base degli stessi pretesti dell'arresto di Mahmoud Khalil, che insieme sono stati volti delle proteste pro-Gaza della Columbia. Madhawi aveva terminato gli studi all'Ateneo e contava di laurearsi a maggio, per poi tornare al campus in autunno per un master, ora è stato trasferito in un centro di detenzione per clandestini della Louisiana e rischia di essere espulso dagli Stati Uniti, un giudice ha dato infatti ragione all'amministrazione Trump.
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