11 Aprile 2025
Nell'omicidio del biologo italiano Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi a Santa Marta, Colombia, continuano a rimanere aperte tutte le ipotesi. Al momento le parole dello zio del ricercatore, Gianni Coatti, sembrerebbero accreditare la pista -una fra le molte- del coinvolgimento di trafficanti di organi. A corredo di questa possibilità è arrivato un comunicato video nelle ultime ore del gruppo paramilitare Autodefensas Conquistadores de la Sierra Nevada in cui si sono dichiarati "estranei ai fatti" condannandoli, e chiedendo allo Stato che porti avanti le indagini per fare chiarimento sulla vicenda e sui numerosi fatti violenti che stanno avvenendo nella città di Santa Marta, implicitamente accusando il gruppo militare Clan del Golfo con cui si contendono il controllo della Sierra.
"Lo Stato Maggiore delle Autodefensas Conquistadores de la Sierra Nevada vuole chiarire che non abbiamo partecipato all'assassinio dell'italiano Alessandro Coatti", si può sentire nel video, "rifiutiamo l'imputazione di questi fatti e chiediamo alle autorità che facciano le debite investigazioni perché stanno succedendo molti atti violenti nella città di Santa Marta di cui non siamo partecipi".
"Potrebbe essere un'azione di trafficanti di organi o il gesto di una banda che ha voluto ricattare il governo colombiano" aveva affermato lo zio di Alessandro, Gianni Coatti, "Probabilmente si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato", aveva concluso. Al momento però, le indagini sarebbero ferme ad un punto morto. Le principali ipotesi, tutte aperte, sarebbero quattro e farebbero riferimento alla possibilità che Coatti sia stato appunto vittima di un'organizzazione di trafficanti di organi, di scambio di persona, "responsabile" di una relazione amorosa con una presunta donna di un capo locale oppure, semplicemente, "colpevole" di essersi trovato in una situazione pericolosa e "messaggio" di ritorsione all'interno della guerra tra i gruppi paramilitari.
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