21 Marzo 2025
A Sudzha si è verificata l'esplosione di una importante stazione di misurazione del gas, l'unico snodo di trasporto del bene russo in Europa attraverso il territorio ucraino, il cui flusso era già stato sospeso da Zelensky a gennaio di quest'anno e su cui i paesi europei speravano di poter contare, ora che si avvicinava la possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina.
Nonostante lo scambio di impegni a non colpire le reciproche infrastrutture energetiche, "siglato" grazie alle telefonate del Presidente Trump con Putin e successivamente con Zelensky, gli attacchi tra Russia ed Ucraina non accennano a fermarsi. Recentemente si è infatti verificata l'esplosione della stazione del gas di Sudzha, fondamentale snodo del trasporto del bene russo in Europa attraverso il territorio ucraino.
Il ministro della Difesa russo ha definito l'esplosione, insieme ai recenti attacchi alle infrastrutture energetiche russe, "una provocazione ucraina volta a screditare le iniziative di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump". Dall'altra parte Kiev ha negato le accuse e dato invece la colpa alla Russia: "Queste accuse sono infondate. In realtà, la stazione è stata bombardata più volte dagli stessi russi", ha dichiarato lo Stato Maggiore ucraino su Facebook.
L'attacco a Sudzha arriva nel momento in cui il prezzo del gas stava iniziando a scendere, ma con i nuovi danni alla stazione i prezzi sono tornati a salire, proprio nel momento in cui gli europei speravano nella fine della guerra e di poter tornare a far affidamento sul gas russo. Nel frattempo i combattimenti tra Russia ed Ucraina non si fermano e continuano ad alta intensità soprattutto nel Kursk, dove le forze russe stanno avanzando a ritmo concitato nelle ultime settimane nel tentativo di riappropriarsi del territorio occupato dall'Ucraina.
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