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Proteste a Belgrado contro Vucić, manifestanti: "Cannone sonico illegale per disperdere la folla", ma le autorità serbe smentiscono - VIDEO

L'arma sonora sarebbe stata usata contro i manifestanti radunati per i 15 morti di Novi Sad. Le autorità serbe smentiscono le accuse ma non spiegano l'origine del suono

18 Marzo 2025

Migliaia di manifestanti a Belgrado si disperdono all'improvviso, mettendosi le mani sulle orecchie e fuggendo disorientate. Secondo i testimoni, il silenzio è stato interrotto da un suono acuto e potente, il cosiddetto "cannone sonoro", un'arma non letale che emette onde sonore per disperdere la folla.

Manifestanti a Belgrado: "Contro di noi usato cannone sonoro"

Migliaia di manifestanti si erano radunati in Piazza Slavija sabato scorso in una protesta pacifica per chiedere giustizia e responsabilità per la morte di 15 persone nel crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, l'1 novembre 2024. I presenti stavano osservando 15 minuti di silenzio per onorare le vittime quando all'improvviso un suono potente ed acuto ha interrotto il silenzio e scatenato panico e confusione. L'accusa portata avanti dai manifestanti è che contro di loro sarebbe stata usato il cannone sonoro, al fine di disperderli.

Le autorità serbe, tuttavia, hanno smentito le accuse. Il Ministero degli Interni ha parlato di "disinformazione" negando l'utilizzo del cannone sonico contro la folla: "Gli agenti non hanno estratto neppure un manganello, figuriamoci un’arma illegale". Smentite anche da parte del Presidente serbo Vucić che ha parlato di "menzogne" e dal Ministro della Difesa: "l'esercito non ha utilizzato né utilizza armi non previste dalla legge". Nessuno però non ha spiegato che cosa abbia provocato il suono. Nel frattempo l'Unione Europea ha chiesto che si apra un'indagine: "rapida, trasparente e credibile su queste accuse".

Nonostante l'interruzione della manifestazione già definita "la più grande della storia serba" contro la corruzione e il governo di Vucić, gli studenti -organizzatori- hanno affermato: "Se le nostre richieste non saranno soddisfatte, torneremo in strada per combattere per una società democratica, con istituzioni libere da pressioni politiche".

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