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Gaza, medici: “A Beit Lahia corpi a pezzi di neonati con biberon tra le macerie”, una 23enne: "Siamo senza assorbenti e sapone" - VIDEO

Il direttore dell'ospedale: "I neonati vengono tirati fuori mentre stringono i loro biberon. L'attacco è avvenuto così vicino all'ospedale che persino i corpi sono stati gettati nei suoi cortili dalla forza delle esplosioni. La scena è oltremodo orribile, le parole non possono descriverla"

23 Novembre 2024

Dopo il distruttivo raid israeliano su un'area residenziale densamente popolata a Beit Lahia nella Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di quasi 100 persone fra cui soprattutto donne e bambini, si scava tra le macerie in cerca dei numerosi dispersi con la speranza di trovare qualcuno vivo. Lì c'erano tantissimi sfollati e civili. I feriti non si contano più. Intorno all'ospedale Kamal Adwan ci sono molti corpi smembrati e il dottor Hossam Abu Safia, direttore dell'ospedale, afferma: “Il numero esatto delle vittime è ancora indeterminato, ma potrebbe superare le 200 persone, tra uccisi, feriti e dispersi". Ha spiegato che il personale medico, invece di lavorare nelle corsie dell'ospedale, si è ritrovato ad aiutare a recuperare i corpi da sotto le macerie a mani nude. Tra i resti ci sono corpi a pezzi di bambini con il biberon.

Gaza, medici: “A Beit Lahia corpi di neonati con biberon tra le macerie”

I bambini sono a pezzi – spiega Hossam Abu Safia – i neonati vengono tirati fuori mentre stringono i loro biberon. L'attacco è avvenuto così vicino all'ospedale che persino i corpi sono stati gettati nei suoi cortili dalla forza delle esplosioni. La scena è oltremodo orribile, le parole non possono descriverla”.

Il Beit Lahia Housing Project era pieno di sfollati che erano fuggiti da altre aree sotto bombardamento, ma l'esercito di occupazione ha preso di mira senza pietà il quartiere. Gli edifici residenziali sono stati completamente distrutti e ora sono cumuli di macerie. Il processo di recupero dei corpi ha richiesto ore a causa della mancanza di attrezzature necessarie. Le squadre di soccorso hanno portato a termine la loro missione usando le torce dei telefoni per guardare tra i detriti e scavando a mani nude. I corpi sono stati tirati fuori uno a uno, alcuni irriconoscibili, altri senza arti. Un volontario ha descritto la scena: "È stato come l'inferno. Non può essere un crimine normale. Anche la terra piangeva con noi".

Gaza, una 23enne: "Siamo senza assorbenti e sapone"

Aya Ashour è una giovane giornalista palestinese di 23 anni che ha deciso di raccontare ciò che accade all'interno della Striscia di Gaza da quando Israele ha bandito l'ingresso di prodotti per l'igiene personale. Ha spiegato che "le donne sono costrette a vivere senza sapone né assorbenti, anche durante i giorni del ciclo mestruale. I pochi prodotti disponibili hanno prezzi proibitivi: un singolo flacone di sapone può costare anche 30 dollari".

"A Gaza se non muori di fame, puoi morire per la mancanza di prodotti per l'igiene personale", dice Aya in uno dei suoi video. "La carenza di sapone e shampoo ha favorito la diffusione di diverse malattie, ma soprattutto non poter disporre di assorbenti igienici ha portato molte donne a sviluppare gravi infezioni intime e profonde screpolature della pelle. Spesso infatti dobbiamo portare lo stesso assorbente per tutta la giornata e questo ci causa irritazioni e abrasioni simili a delle ustioni, che non possiamo curare perché anche i farmaci sono difficili da reperire. Ma anche la carenza degli altri prodotti sta causando molti problemi: ad esempio la mancanza di shampoo sul mercato ha favorito la diffusione dei pidocchi. Molte donne hanno dovuto rasarsi la testa o tagliare i capelli molto corti. Anche io ho dovuto tagliare i miei amati capelli lunghi: ho sentito che stavo perdendo una parte della mia identità".

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