04 Ottobre 2022
Gli Stati Uniti potrebbero essere responsabili per i danni ai gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2, ha affermato lunedì in onda il professore di Economia della Columbia University, Jeffrey Sachs in onda con la Bloomberg TV: "La distruzione del gasdotto Nord Stream, che scommetto è stata un'azione degli Stati Uniti, forse degli Stati Uniti e della Polonia", ha detto Sachs, come già anticipato da Il Giornale d'Italia il 30 settembre.
La dichiarazione di Sach ha provocato una immediata reazione dei conduttori televisivi che hanno chiesto una conferma delle sue parole all'economista vista la rivelazione choc, ma lui ha prontamente risposto affermando: "Prima di tutto, ci sono grandi prove che elicotteri statunitensi, elicotteri militari che normalmente hanno sede a Danzica, stavano girando in cerchio su quest'area. Ci sono anche state minacce dagli Stati Uniti all'inizio di quest'anno". Il professore si riferisce evidentemente alla lettera ricevuta dal sindaco di un'isola danese che stava ospitando truppe per i lavori del Nord Stream e che è stato raggiunto da una missiva in cui gli stati Uniti minacciavano ritorsioni se i lavori fossero proseguiti.
Poi Sachs aggiunge anche dei commenti alla strana reazione del segretario di stato Antony Blinken, seguita all'attentato al Nord Stream: "Venerdì scorso in una conferenza stampa ha affermato che questa è un'opportunità straordinaria. È uno strano modo di interagire. Scusatemi ma, è uno strano modo di parlare se sei preoccupato per l'infrastruttura internazionale di importanza vitale". Consapevole dell'effetto traumatico delle sue parole ha inoltre asserito: "So che questo va contro la nostra narrativa e non ti è permesso dire queste cose in Occidente", ha aggiunto.
Quattro perdite sono state scoperte la scorsa settimana sul collegamento del gas Nord Stream, di cui la più recente è stata individuata dalla guardia costiera svedese. In precedenza, la società Nord Stream AG ha riferito che tre fili dei gasdotti offshore Nord Stream 1 e 2 avevano subito danni senza precedenti il 26 settembre. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che Mosca era "profondamente preoccupata per la notizia" e non lo escludeva il funzionamento degli oleodotti avrebbe potuto essere interrotto da un atto di sabotaggio.
I sismologi svedesi hanno successivamente rivelato che il 26 settembre erano state registrare due esplosioni lungo i gasdotti Nord Stream. L'Agenzia per l'energia danese ha riferito che una grande quantità di gas si era riversata in mare. La perdita di gas che è esalata accumulandosi in una nube che sovrasta il Mar Baltico ed è giunta in Italia è tutt'altro che finita e starebbe continuando ancora adesso.
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