22 Dicembre 2024
Marco Glaviano, fotografo e architetto italiano, che ha lavorato per le principali riviste e case di moda tra l'Europa e gli Stati Uniti, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia nella sua casa di Milano in Via Savona, un elegante loft adornato da splendide fotografie e dotato di una spaziosa cucina a vista, dove vive con Susan, una splendida ragazza svedese. Si intravede una batteria, perché nel tempo libero si dedica alla musica.
Iniziativa portata avanti con Cipriani, ce ne vuole parlare un pochino?
"Sì. Io ho un rapporto con la famiglia Cipriani da sempre. Addirittura risale quando avevo dieci anni, la prima volta che ho incontrato i Cipriani a Venezia."
Come è nato l'incontro?
"Perché mio zio era un famoso artista, Franchina lo scultore e lui aveva la sala alla Biennale di Venezia e mi portò a Venezia. Come prima cosa mi portò all'Harry's Bar, avevo dieci anni, ed era il posto più bello del mondo. Quando Giuseppe Cipriani aveva vent'anni, quindi 40 anni fa, è arrivato a New York e lì ci siamo conosciuti, c'è stata subito una grande affinità e siamo diventati molto amici. Poi lui ha cominciato a collezionare le mie foto, quindi è andata così. In tutti i Cipriani del mondo ci sono le mie fotografie e quando ha deciso di fare Casa Cipriani a Milano me le hanno chieste per tutta la struttura, ce ne sono 270. Abbiamo fatto un libro con le foto per far vedere cosa c'era dentro che costa sui 2500/3000 euro a seconda se sei un socio di Casa Cipriani o meno, ne abbiamo fatti 500, sono numerati."
E quanti ne sono stati già venduti?
"Abbiamo iniziato lunedì scorso, è stato presentato adesso praticamente ma ne avranno già venduti una trentina."
Come nasce la tua carriera da Palermo?
"Ho studiato architettura e avrei dovuto fare l'architetto, poi ho deciso di fare il fotografo. Sono andato a Roma, poi a Milano. Sono arrivato a Milano nel momento giusto, con la Milano che lavorava, c'erano quello che hanno fatto la moda, l'arte, tra cui Giorgio Armani e Versace. Tutti hanno cominciato in quel periodo, nell'Italia fine anni 60 e io ero con loro e ad oggi siamo ancora amici."
Il passaggio al digitale come è nato?
"Ho sempre avuto interesse per la tecnologia forse perché essendo architetto mi sono sempre interessato al progresso tecnico e sono stato il primo francamente a pubblicare foto in digitale sui giornali."
Le cose che non ha fatto ancora e che vorrebbe fare?
"Veramente le cose che vorrei fare, ho avuto la fortuna di farle quasi tutte, volevo fare il fotografo e ci sono riuscito contro molte difficoltà come essere un ragazzo di Palermo negli anni 60, un contesto indietro in quel senso, non Palermo ma la società e gli adulti erano totalmente contro questo."
Quele è stato l'incontro che ha fatto scattare l'artista?
"Nasco da una famiglia di artisti Gino Severini il futurista, era mio zio, Nino Franchina anche lui mio zio. Ho avuto la fortuna di nascere in un ambiente di artisti poi a Milano ho incontrato tantissimi che mi hanno aiutato molto."
Ci sarà un museo a Palermo?
"A Palermo sì ci sarà un museo. Un mio carissimo amico, è proprietario delle più belle ville barocche del settecento di Palermo e ospiterà il mio museo personale. Sarà organizzato probabilmente per visite private guidate."
Riguardo la situazione attuale del conflitto in Medio Oriente, conflitto russo Ucraina, instabilità politica cosa può dirci?
"Io sono un artista, non sono un politico e non mi interesso molto poco di politica. Penso che siano tutti pazzi. Vedere degli uomini cosiddetti adulti che dovrebbero educare, farsi la guerra è disarmante. Si spende la maggior parte dei soldi a fare guerre, e ammazzare la gente e questo per un artista è inconcepibile. Non ci sono i buoni o cattivi in questa situazione"
L'artista ha una visione più chiara della realtà di un politico?
"Io penso non solo gli artisti, ma anche le persone cosiddette normali vogliono vivere bene e crescere i loro figli, mangiare tutti i giorni e avere una casa e invece non fanno altro che buttare bombe."
Come rappresentare con una fotografia la situazione a Gaza?
"Io faccio il fotografo di moda, è proprio una cosa che non saprei rappresentare. Io sono un fotografo di bellezza, mi piace la bellezza della natura, delle donne, degli animali. La guerra è brutta e non non mi attira come soggetto. Capisco che sia necessario documentarla, ma non è il mio lavoro. L'Italia in realtà geopoliticamente ha un' importanza relativa, non è forte abbastanza per stare da sola questo è sicuro."
Dovrebbe stare con l'Europa con l'America?
"Io sono americano, però molto critico con l'America. L'America è un paese violento, anche con poca cultura. La violenza naturalmente è più facile che si propaghi a livelli di cultura bassa. Però non è che l'America sia peggio della Russia o della Cina. E' difficile schierarsi da una parte. In America si riempiono la bocca con la parola libertà, che io, dalla mia esperienza, visto che ho vissuto 50 anni in America, ho una famiglia e figli americani, non ho mai visto. Sei libero se hai i soldi per pagare gli avvocati. Per quanto riguarda la supremazia delle armi, hanno l'esercito più potente del mondo e quindi comandano. Per quanto concerne la Russia, io sono sempre stato filorusso perché mi piace la Russia culturale, sono un ammiratore della cultura russa, ho letto tutti Tolstoi, Dostoevskij, adoro il balletto, i più bravi ballerini sono Russi. I miei amici russi sono fantastici. Il loro regime però è un regime che come tutti i regimi ha enormi difetti, non si può dire però che è sempre colpa della Russia."
Putin ha proposto un orientamento che favorisce la famiglia, non di patriarcato ma un famiglia composta da un uomo e una donna, non in linea con la "cultura woke"
"Per me è una questione che non si pone. Non posso mai pensare di fare una discriminazione sulla base del genere o dell'orientamento sessuale, è patetico pensarlo. Purtroppo la maggior parte del mondo non è così ma è una questione culturale. Siccome manca la familiarità, per la gente di basso livello intellettuale, che purtroppo ancora esiste, questo fa paura. E' la famosa paura del 'diverso' questo è un discorso che per me non è né proponibile né meritevole di discussione."
Casa Cipriani Milano apre a settembre 2022, a Palazzo Bernasconi a Corso Venezia. Si tratta di un raffinato club con 15 camere e suite curate nei minimi dettagli dall’interior designer Michele Bönan, offre un’esperienza esclusiva, con vista sui Giardini Indro Montanelli e un servizio di lusso che include maggiordomi personali. Ci si trova all’interno di un luogo che mischia il clima old stye inglese, di un club da gentiluomini, e un design classico della Milano lussuosa. Un tuffo indietro nel tempo, in un’epoca di glamour e scintillio, atmosfera che si può respirare dagli interni della struttura, studiati nei minimi dettagli: carta da parati a righe e boiserie in legno impreziosite da dettagli con motivi a chiave greca e decorazioni Arte Decò. Questa struttura e tutte le altre del Grruppo Cipriani, rappresentano a pieno lo stile di Arrigo Cipriani, suo fondatore, che dall’Harry’s Bar di Venezia, casa di grandi stelle dal calibro di Ernest Hemingway e Peggy Guggenheim, ha portato la magia veneziana in giro per il mondo; a detta sua Casa Cipriani non è altro che un Harry’s bar più grande.
La famiglia Cipriani è sempre stata vicina al mondo dell’arte tant’è vero che all’interno del palazzo milanese si trovano gli scatti dello stesso Marco Glaviano, per non dimenticare che Milano è anche moda. Una raccolta fotografica che fa parte della collezione Cipriani. Casa Cipriani e Marco Glaviano hanno scelto di portare oltre le grandi mura, l'atmosfera evocativa di queste fotografie, attraverso un catalogo fotografico dell’opere di Glaviano. Le 500 copie stampate, come ci racconta lo stesso fotografo hanno un valore che si aggira tra i 2500 e i 3000 euro. Sono state messe in vendita questa settimana e al momento ne sono state vendute una trentina.
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