30 Novembre 2022
Le immagini delle telecamere a ponte Sant’Angelo risalirebbero alla notte del 5 ottobre, quando la statua di Jago contro il razzismo, è stata vittima di atti vandalici. Le immagini sono state rilasciate dallo scultore Jacopo Cardillo, in arte Jago, che ha commentato con una nota di rammarico, l’atto distruttivo del gruppo di giovani.
“Fortuna che c’erano le telecamere altrimenti ci saremmo persi questa performance di gruppo”, è il commento dell'artista Jago, autore dell'opera contro il razzismo posizionata a ponte Sant'Angelo, che è stata deturpata nella notte del 5 ottobre.
Peccato che la scultura intitolata “Sono pronto al flagello” sia stata vandalizzata e il Comune di Roma abbia optato per restituirla allo scultore. Nelle video che gira sui social, sono ritratti alcuni ragazzi intenti a deturpare la statua con un gesto vandalico: la sollevano, la trasportano per un tratto, prima di lasciarla cadere a terra rompendone gli arti. Jago difende la sua scultura: “Avrà un nuovo destino [...] Mi piacerebbe incontrare chi ha compiuto questo gesto ma solo per comprenderne le motivazioni”.
Dietro alla scultura di Jago c'era un significato più profondo. Ritrae infatti l'immagine di un giovane che riposa, come uno dei tanti invisibili che sostano nelle grandi città italiane alla ricerca di un futuro. Una pausa per riprendersi dalla lunga traversata in mare in compagnia di altri migranti. Il progetto dell'artista vedeva poi la statua messa all'asta e il ricavato devoluto a un'associazione che sostiene i profughi, ma questo ora, non sarà forse più possibile.
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