24 Marzo 2022
Italo Carli Head of Arte Generali a Il Giornale d’Italia:
“Da questo rapporto emerge che l’arte italiana ha bisogno di fare sistema, perché manca un po’ supporto agli artisti emergenti. Questo deve essere promosso non solo dalle gallerie, ma anche dagli spazi culturali e museali. Questo è il sistema che deve aiutare a promuovere gli artisti in Italia, gli altri paesi già lo fanno, in maniera più organizzata”.
“Nel modello di Los Angeles con cui ci siamo confrontati c’è sicuramente il livello del privato, infatti nella mentalità americana è il privato a investire nella ricerca. Nel nostro mondo europeo siamo abituati a pensare sia il pubblico a dover fare questa iniziativa. Il pubblico e il privato possono e devono lavorare insieme, che è quello che ci manca. Le gallerie rischiano e promuovono i giovani, ma poi non trovano supporto dal resto delle strutture”.
“Oggi ci sono molte iniziative singole positive ed esempi di riferimento a livello mondiale, però sono singole e non sono mai state raccontate insieme. Con questo report abbiamo voluto fornire una foto ed iniziare ad avere dei parametri per confrontaci e capire come migliorare”.
“La cultura valorizza il territorio, è un valore emotivo e di passione, ma anche di valore economico. Tra gli artisti italiani c’è un fenomeno che si chiama Cattelan, poi ce ne sono alcuni altri ma sono comunque pochi: quello che manca è il percorso per arrivare lì. Anche in questo caso si tratta di singoli campioni e non il risultato di un modello”.
“Guardando il genere, ci accorgeremo che mancano donne tra gli artisti. Nonostante questo, stanno arrivando dei segnali molto interessanti: guardando gli artisti emergenti, la quota rosa inizia ad essere più importante e riconosciuta”.
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