26 Ottobre 2021
“AMART 2021 è la terza edizione che facciamo dopo la pausa del 2020 per la pandemia e- dice a Il Giornale d’Italia Michele Subert, Presidente di AMART - siamo felici finalmente di inaugurare questa mostra che aspettavamo direi con trepidazione. Tutti gli espositori hanno aderito con entusiasmo e riconfermato la loro partecipazione e questo ci incoraggia molto, anche per il futuro, ognuno ha portato il meglio che potesse fare e devo dire che è probabilmente la migliore edizione di questa mostra che abbiamo fatto fino ad oggi".
"Parallelamente ad AMART fino al prossimo 29 ottobre ci sarà anche MOG, l’acronimo di Milano Open Galleries, una mostra diffusa a cui hanno aderito 45 gallerie della nostra associazione. Ci saranno serate a tema, ricevimenti e eventi con l’obiettivo di coinvolgere il più possibile la città e i nostri concittadini. MOG è un’iniziativa realizzata su suggerimento del nostro gruppo giovani coordinati da Isabella Danesini e devo dire che tutti si sono impegnati al massimo anche in questo.
Le eccellenze di questa mostra sono tantissime, è quindi difficile citarne solo qualcuna. Segnalo in particolare il prestito che ci ha fatto il Museo Poldi Pezzoli: una straordinaria opera di oreficeria rinascimentale milanese che per noi ha una valenza particolare, perché di Milano e perché testimonia ancora una volta il grandissimo livello raggiunto dall’arte lombarda ma soprattutto dall’artigianato. E poi anche perché è stata donato al Poldi Pezzoli da Melissa Gabardi in ricordo di Enrico Minervino, un collezionista raffinatissimo. È quindi stata confermata virtuosa sequenza mercato-collezionismo-museo, un altro tema che ci è particolarmente caro.
Il mercato del collezionismo ha inevitabilmente avuto degli effetti durante pandemia. A livello globale si è congelato quasi tutto e il nostro mercato ne ha risentito tanto quanto tutti gli altri. Ora c’è non tanto un ritorno dell’interesse, che non è mai scemato, ma un ritorno alla normalità, quindi finalmente possiamo ricevere e parlare ai visitatori. Questo non si traduce per forza in una vendita. Certo, ogni galleria ha a cuore il proprio fatturato, ma qui si parla finalmente di riavere contatto con il pubblico e di narrare e spiegare le nostre opere e il nostro mestiere che è fondamentale. Tutto questo è la ragione principale per cui gli espositori a venire ad AMART.”
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