13 Maggio 2025
Sono le 17:36 di venerdì 9 maggio. Le telecamere di sicurezza della stazione Bignami Parco Nord della metropolitana Lilla immortalano Emanuele De Maria mentre scende le scale. È solo, ha in mano uno zaino e una borsa da donna. Quella borsa, si scoprirà poi, appartiene a Chamila Wijesuriya, la collega barista con cui aveva una relazione sentimentale, secondo le prime ricostruzioni. Chamila, 50 anni, è già morta. Il suo corpo verrà ritrovato 2 giorni dopo nel cuore del Parco Nord, a Cinisello Balsamo. Accoltellata.
De Maria, 48 anni, non è un uomo libero. È detenuto nel carcere di Bollate, ma gode del regime di semilibertà per lavorare come receptionist all’hotel Berna. Quel giorno avrebbe dovuto iniziare il turno alle 14:30. Non si presenta. È l’inizio della fuga e dell’incubo.
Alle 15:13, una telecamera del Parco Nord lo riprende mentre cammina accanto a Chamila sotto la pioggia. Ombrello aperto, i 2 si avviano lungo una stradina tra gli alberi. Pochi secondi dopo, svoltano a destra e spariscono dalla visuale. È l’ultima immagine in vita della donna.
Subito dopo l’omicidio, De Maria prosegue la sua discesa verso l’abisso. Alla stazione, poco dopo le 17:36, fa 2 chiamate. Una alla madre. Una alla cognata. "Ho appena fatto una cazzata", dice. Chiede perdono. Poi getta il cellulare in un cestino. Sparisce.
Ma riappare la mattina seguente, sabato, alle 6:15. Si presenta all’ingresso dell'hotel Berna, in via Napo Torriani. Qui lavora un suo collega, Hani Nasr, egiziano. Senza preavviso, lo accoltella. Nasr si difende, riesce a salvarsi. È la seconda aggressione in meno di 24 ore.
Sabato mattina, De Maria viene avvistato anche in piazza Duomo. Sale sulle terrazze della cattedrale. Ore dopo, si getterà nel vuoto.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia