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Cavallaro (Associazione controversie familiari): "Necessario riflettere sulle ricadute della legge Cartabia nella gestione dei conflitti e nella tutela dei minori"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Maria Rosaria Cavallaro, Rappresentante della rete di associazioni che operano nel campo delle controversie familiari: "Non bisogna compromettere i diritti di nessuna parte ma contemperare il diritto alla giusta difesa mettendo al centro l'interesse dei minori"

21 Marzo 2025

Maria Rosaria Cavallaro, Rappresentante della rete di associazioni che operano nel campo delle controversie familiari, in occasione dell'evento “Il tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie. La ricaduta sulla tutela dei minori: luci e ombre” è stata intervistata da Il Giornale d'Italia.

Quali misure dovrebbero essere adottate per garantire che il nuovo sistema processuale tuteli i diritti dei minori senza compromettere le esigenze delle famiglie?

"E' difficile rispondere a questa domanda. L'intervento di oggi è finalizzato a riflettere sulle possibili ricadute della legge Cartabia nell'ambito della gestione dei conflitti familiari e nell'ambito della tutela dei minori. Sicuramente molto si può e si deve fare. Sicuramente la scelta dell'opzione per un rito unico che costringe le parti ad entrare immediatamente nell'ambito di un giudizio a cognizione piena, con una cristallizzazione anticipata del tema decidendum e probandum mette in difficoltà le parti e li focalizza poco sull'opportunità di lavorare per raggiungere ipotesi conciliative accordi nel superiore interesse della prole. Il tutto comporta una sovraesposizione dei minori e un aumentato rischio di pregiudizio a loro carico." 

In linea generale, cosa si sente di dire riguardo l'impatto del nuovo processo civile della famiglia, introdotto per l'appunto dalla riforma Cartabia?

"L'eliminazione, con riferimento ai giudizi di separazione di divorzio della fase presidenziale, comporta l'obbligo per le parti di assolvere oneri probatori anticipatamente rispetto alla prima udienza di comparizione. E questo spinge le parti, ripeto ancora una volta a focalizzarsi sulle rispettive pretese, sulle rispettive presunte ragioni e non tanto sul superiore interesse della prole. È difficile aspettarsi che le parti possano attivare risorse adeguate a tutela del benessere psicofisico della prole nel momento in cui sono coinvolti in un processo a struttura strettamente contenziosa e a cognizione piena fin dall'inizio, con una discovery totalmente anticipata. Faccio un esempio con riferimento alle condizioni patrimoniali ed economiche delle parti, quindi alla possibilità e all'interesse di ciascun coniuge rispetto a controlli incrociati delle rispettive condizioni, ma anche con riferimento all'innalzamento del conflitto che può derivare da una anticipata allegazione relativa a chat o foto che possano in realtà rilevare nell'ambito di una deliberazione e di un eventuale domanda di addebito della separazione. Nulla a che vedere con quello che può essere l'interesse della prole a vivere la separazione dei propri genitori o il divorzio dei propri genitori in un contesto adeguatamente tutelante. Il che non significa ovviamente compromettere i diritti di nessuna parte però contemperare il diritto alla giusta difesa e alla giusta pretesa e mettere al centro l'interesse dei minori prima di ogni altra cosa."

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