09 Dicembre 2021
Secondo la sentenza, la cassiera ha urlato troppo al ladro, mostrandosi particolarmente aggressiva, lui le aveva sparato, il tribunale di Lucca nega alla donna il risarcimento.
La donna che lavora in un supermercato di Pontetetto, si è trovata faccia a faccia con un ladro armato di fucile a canne mozze, che minacciandola le chiede di svuotare la cassa. La cassiera, di risposta, inizia a gridare, insultando l'avventore. Il ladro si spaventa e scarica 200 colpi nel corpo della donna, 61enne, per poi fuggire con la refurtiva (circa 400 euro). La cassiera verrà poi trasportata in ospedale e sottoposta a diversi interventi chirurgici. Alcuni pallini sparati dal malvivente infatti, le hanno trapassato i polmoni, causandole gravi danni di respirazione.
Qualche mese fa la decisione di intentare una causa di risarcimento contro il ladro. Decisione che le è costata caro: il tribunale di Lucca, in una sentenza choc, ha respinto la richiesta della donna. Le motivazioni? "Troppo aggressiva con il ladro, ha urlato troppo". La cassiera, secondo i giudici, non avrebbe dovuto reagire nonostante il fucile a canne mozze puntato addosso.
Ma oltre al danno, anche la beffa: la 61enne dovrà anche esborsare circa 6mila euro per le spese legali del processo di risarcimento. Chissà, forse i giudici avrebbero accettato il risarcimento se la donna avesse provato ad invitare il malvivente a demordere, con modi educati e toni pacati.
"Vietato gridare durante una rapina. Sembra una barzelletta, ma è quello che ha sancito un giudice del Tribunale di Lucca. Un ladro entra in un supermercato di Pontremoli armato di fucile a canne mozze. La cassiera urla per lo spavento e il ladro le spara 200 pallini. La cassiera viene operata in ospedale e se la cava, anche se a distanza di anni ancora soffre le conseguenze di quei 200 pallini. Decide giustamente di richiedere un risarcimento, ma il giudice del Tribunale di Lucca glielo nega. La motivazione ha del tragicomico. Durante la rapina, infatti, la signora ha urlato troppo ed è stata eccessivamente aggressiva nei confronti del ladro. Alla cassiera ora non solo il danno di non ricevere il risarcimento, ma anche la beffa: le toccherà pagare quasi 6.000€ di spese legali. Lo Stato italiano e le sue istituzioni tutelano i ladri e i malviventi, mentre le vittime diventano i carnefici. In che modo possiamo dire di essere un paese che tuteli i suoi cittadini se gli si dice che durante una rapina devono stendere un tappeto rosso al ladro e aiutarlo a commettere il suo reato? Non resta che sperare per la povera cassiera che, nel caso decidesse di fare ricorso, trovi davanti a sé un giudice dotato di buon senso e che ribalti la decisione. In alternativa alla cassiera è stata data una grossa lezione è meno pericolosa una rapina che finire davanti a un giudice del tribunale di Lucca", il commento della deputata leghista Alessandra Basso.
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