24 Giugno 2024
A pochi giorni dal quarantaquattresimo anniversario della strage di Ustica, emergono nuove rivelazioni da parte di un ex militare addetto all'ambasciata francese a Roma, intervistato nel programma "Ustica - Una breccia nel muro" che andrà in onda domani sera su Raitre.
Secondo quanto riferito, il militare avrebbe ricevuto l'ordine di mentire riguardo allo stato del radar presso la base di Solenzara, Corsica, la fatidica notte del 27 giugno 1980, quando il Dc-9 dell'Itavia scomparve tragicamente dai radar mentre volava da Bologna a Palermo.
"Mi dissero di rispondere agli italiani che il radar era in manutenzione". Rivelazioni sconcertanti dell'ex militare francese, in servizio all'ambasciata francese a Roma. "Mi dissero di chiedere allo Stato Maggiore francese il rilevamento radar di quella notte, il colonnello, mi disse che dal momento che la base di Solenzara era chiusa, avrei dovuto comunicare allo Stato Maggiore italiano che il radar era in manutenzione. Fui io a riportare al telefono al Generale De Carolis. Era lui il mio contatto ai servizi segreti, gli dissi, mi hanno detto di rispondere agli italiani che il radar era in manutenzione, punto".
Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, ha accolto le dichiarazioni dell'ex addetto con un misto di speranza e frustrazione: "Finalmente, emergono delle verità che possono aiutare a comprendere cosa accadde veramente quella notte. Sono passati anni di silenzi e menzogne, ora è tempo di giustizia e trasparenza".
Le indagini sull'incidente di Ustica sono state caratterizzate da lungaggini e opacità, nonostante le richieste ripetute di chiarezza da parte dei familiari delle vittime. "Chiediamo che le indagini vengano finalmente concluse e che sia resa pubblica tutta la verità sugli autori materiali di questo atto insensato in tempo di pace", ha dichiarato Bonfietti, aggiungendo: "Continuiamo a dire che manca un pezzo di verità perché manca solo l'autore materiale/gli autori dell'abbattimento di un aereo civile in tempo di pace, come ci consegna nel 1999 un giudice della Repubblica ossia Rosario Priore nella sua ordinanza. Sono passati altri 25 anni, aspettiamo la possibilità di leggere tutta la verità sugli autori materiali".
Di chi è realmente la colpa su Ustica? C'erano due Mig libici, quella sera, decollati dalla Serbia o dalla Polonia e a bordo di uno dei quali ci sarebbe stato Gheddafi. Uno si mise sotto il Dc9 dell'Itavia, e i missili di prossimità (non perforazione) partirono dai Mirage francesi, forse scortati da degli F-14 americani (venne successivamente ritrovato un serbatoio riconducibile al velivolo statunitense sull'Aspromonte). I jet erano decollati dalla portaerei francese Clemenceau o dalla Foch, o dalla portaerei americana Saratoga o da una base dell'Armée de l'Air (aeronautica francese) di Ventiseri-Solenzara, in Corsica. I Mirage, riportano le schede tecniche, hanno circa 400 chilometri di autonomia, cosa che fa delle opzioni citate le più verosimili. Uno dei due Mig, poi, sarà ritrovato distrutto alcuni giorni dopo nei pressi di Castelsilano, comune in provincia di Crotone a circa 300 chilometri in linea d'aria da Ustica (distanza che un Mig-23 riesce a coprire in meno di 15 minuti). Queste sono le principali opzioni.
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