09 Maggio 2024
PHOTOCALL_F3 89437 -_VENEZIA_80_WINNERS_-_Matteo_Garrone_and_Seydou_Sarr__Credits_Jacopo_Salvi_La_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASAC
Dopo la vittoria schiacciante ai Premi David di Donatello dello scorso 3 maggio, "Io, Capitano", il film di Matteo Garrone, vincitore della statuetta al miglior regista in concorso, potrebbe tornare sul grande schermo; lo speriamo tutti. Così, in risposta all'esito deludente dei riconoscimenti più importanti nel cinema mondiale, questa storia di speranza e verità fra Africa e Europa ottiene la luce che merita in quel di Cinecittà.
Ecco il link all'articolo sulla 69° edizione dei David di Donatello: https://www.ilgiornaleditalia.it/video/spettacolo/606362/david-di-donatello-2024-vincono-i-temi-sociali-incetta-di-premi-per-cortellesi-e-garrone.html
Ecco il link a un "sunto" della serata andata in onda in diretta sulla Rai: I DAVID in 28 minuti di Alessandra Basile
Questo prodotto italo-africano decisamente riuscito ci tiene fermi sulla costante piaga delle migrazioni ma lo fa con un occhio e da una prospettiva ben differente da ciò cui, in particolare con i tg, siamo abituati, perché parla, innanzitutto, di speranza, di sogni, di ambizioni giovanili, di quel tipo di successo che può cambiare davvero la vita di più persone. Un successo non solo professionale - i due ragazzi al centro della storia vogliono cantare in Europa e guadagnare dalla loro passione - ma, anche e soprattutto, vitale: ne andrà, infatti, della loro stessa sopravvivenza.
I due giovanissimi cugini africani hanno delle belle famiglie alle spalle: li sentiamo più vicini di quanto si possa immaginare prima di addentrarsi nella proiezione di "io, Capitano". I loro cuori battono all'unisono: vogliono montare su uno di quei famigerati barconi e andare a calpestare il suolo italiano, simbolo del loro sole nella vita. Dei veri pericoli che correranno sono all'oscuro, sono anche un pò ingenui; del resto, hanno 17 anni(!) e vivono senza grandi connessioni esterne al loro piccolo ambito famigliare. Tuttavia, la gente senza scrupoli nella quale si imbatteranno non potrà fermarli. una volta iniziato il viaggio lo porteranno a termine, in un modo o nell'altro, consci che tornare indietro non si può. Voto: 8,5.
Protagonisti del film - vincitore, l'anno scorso, anche del prestigioso Leone d'oro a Venezia - sono Seydou Sarr, cui è stato conferito il Premio Marcello Mastroianni come attore emergente alla Biennale 80, e Moustapha Fall.
TRAMA
“IO, CAPITANO” si incentra sul viaggio pieno di pericoli e avventure affrontati dai cugini e grandi
amici Seydou e Moussa, i quali, l’uno su convinzione dell’altro, decidono di partire dalla senegalese
Dakar per l’Europa; idealmente per l’Italia, terra di realizzazione dei loro sogni musicali.
Attraversano l’impervio deserto. Rischiano continuamente sfruttamento e violenze da parte di
banditi, ma anche di uomini di legge. Quando raggiungono la Libia, meta importante del loro
lunghissimo viaggio, finiscono nei relativi centri di detenzione, terribili. Finalmente, fra mille
trasbordi a terra, a un certo punto affrontano il pezzo più temuto: la traversata in mare. E la cosa
peggiore è che a portare la barca scalcagnata e riempita di poveri cristi è l’inesperto Seydou.
Garrone conferma la sua natura di regista impegnato e capace, ma, stavolta, riesce a raccontare una storia drammatica e ahimè ispirata a fatti reali con quella delicatezza che ne permette la visione anche a un bambino, nonostante resti una vicenda triste di violenza e cronaca quotidiana oltre che attuale. "IO, CAPITANO” è ciò che urla uno dei due ragazzi nel film ed è qualcosa di ispiratogli da una vicenda realmente accaduta. Voto: 8,5.
Il regista ha dichiarato: “Io Capitano nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che
attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questa odissea contemporanea e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione
occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha.” (Fonte: Pressbook Biennale Venezia 80, materiale stampa)
CONCLUSIONENon smettiamo di riflettere: il film si può vedere in streaming su una delle piattaforme, nell'attesa di un'eventuale uscita di nuovo nelle sale italiane.
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