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Caroline d'Andrea, produttrice e scrittrice con uno speciale angelo custode: Freddie Mercury dei Queen

La produttrice (Galileo Figarò Ltd), reduce dalla Festa del cinema di Roma (premio Starlight al corto "Story of your life"), vive a Patmos e si racconta, con un focus sul suo Diletto e su un angelo custode di eccellenza, in un'intervista per Il Giornale d'Italia

18 Novembre 2022

Caroline d'Andrea

Caroline d'Andrea in uno scatto in b/n. Ph. Olimpia Ferrari

Caroline d'Andrea è una produttrice e una scrittrice di libri e commedie, è stata l'assistente di Michael Margotta a Roma nonché un'attrice teatrale, ha anche inciso un album e ha chiamato la sua casa di produzione come una nota canzone dei Queen, Galileo Figarò Ltd. Proveniente dal Bel Paese, si è trapiantata, pochi anni fa, in Grecia, nel Dodecaneso, nell'incantevole isola di Patmos. In quel mix di sacro e profano che ogni estate attira centinaia di turisti - per lo più si tratta di affezionati dall'Italia e dalla Francia, ma pure dai paesi di lingua inglese - Caroline e Diletto, il suo amatissimo barboncino rosso, risiedono tutto l'anno, assaporandone o, piuttosto, affrontando gli inverni rigidi, i veri cambi di stagione e un pò di isolamento, immaginabile in un luogo che vive, soprattutto, in clima vacanziero. 

Dopo un viaggio 'infernale', perché lungo e con ore di attesa fra traghetto e volo, Caroline e Diletto giungono a destinazione: Milano dalla splendida isola nota per la presenza sia del Monastero di San Giovanni sia della Grotta dell'Apocalisse, dove l'apostolo Giovanni scrisse, letteralmente, la "Rivelazione", sentendo la voce del signore che gliela dettava. Un pò di storia: ciò sarebbe avvenuto verso la fine dell'impero di Domiziano, nella prima metà degli anni 90 del I secolo; un pò di mitologia, greca naturalmente: secondo una leggenda Patmos era nascosta sotto l'oceano, risultando visibile solo quando Selene, la dea della Luna, brillava su di lei; poi, una notte, la dea della caccia, Artemide, notò l'isola e se ne innamorò, al punto da chiedere, ottenendolo, il permesso agli altri dei per farla emergere dal mare e, grazie al potere di Zeus, l'isola trovò spazio dove oggi giace ancora (wikipedia). Fra storia e mitologia, si può vivere e lavorare. Parliamone con Caroline.

Intervista del 15 novembre 2022, Milano.

Caroline, tu vivi a Patmos. Partiamo da qua.

"Adesso" ho scelto di viverci. Quando ci arrivai, nel 2021, per la quarta estate di fila, la mia necessità - per motivi personali: tante perdite, padre, madre, ma non facciamola tragica - era quella di un posto che mi accogliesse, dove sentirmi protetta. La città non sopportava più me e io non sopportavo la città, emotivamente.

Roma, no?

Sì, una bellissima città, turisticamente. Tuttavia, la relazione con Roma oggi... (si interrompe ma il concetto è chiaro, ndr) Beh, c'è sempre la squadra, anche in Grecia: sno romanista e non sono mai stata in vendita.

La tua vita professionale lì come si snoda? Tu scrivi, giusto?

Sì, esatto. Devo finire una trilogia, che non so se poi resterà tale, con il titolo di Kimìus: il primo soggetto di tre, che vorrei adattare cinematograficamente, si chiama "Kimìus e la lacrima d'oro", con una protagonista di 12 anni, il secondo "Kimìus e la rosa dei venti" e il terzo "Kimìus e il MANTRA OM". Dal primo all'ultimo, li vedrei realizzati, rispettivamente, come un cartone animato, un film tecnicamente alla "Maleficent" e un lungometraggio con effetti speciali. 

So che, anche, il teatro ha fatto parte della tua vita.

Carolina D'Andrea ne "Il giardino dei ciliegi". Fonte: per gentile concessione di Carolina D'Andrea

Sì. E, a proposito dei miei progetti come autrice, quelli in Italia, ho scritto una commedia: "La signora Viola". E' stata la prima cosa che ho fatto come scrittrice, dopo una lettera che ho chiamato "Beata morte", perché seguì alla mia lettura de "Le intermittenze della morte" di Josè Saramago, che è uno dei miei autori preferiti. Ci ho messo 10-11 anni a scrivere i due atti della pièce: il primo è "il processo della signora Viola" e il secondo, scritto dopo 7 anni, è "La voce della signora Viola". 

Tu vorresti pubblicare "La signora Viola" e, successivamente, metterla in scena. Corretto?

Sì, vorrei tanto. Poi, ho scritto, con Pietro Ruffo di Calabria, "La deriva", un libro d'artista, nel quale mi sono inventata la "critica interpretativa". Presi alcuni dei volti disegnati da Pietro, attribuendo loro dei personaggi: Pietro aveva intervistato una persona per ogni stato del mondo, ritraendone il volto; io, poi, ho fatto parlare i volti da me scelti, per esempio quello di Frida, come se dialogassero con me, e ho fatto loro commentare le altre opere, delle composizioni, sempre ad opera di Pietro. Quindi, Frida, per restare sullo stesso esempio, è stata disegnata da Pietro e interpretata da me.

Passando al mondo dei film, ricordo che, con Andrea Garofalo e la sua WaterClock Production e con altre società di produzione, anche tu hai prodotto, con la Galileo Figarò, il cortometraggio "Story of your life", vincitore, nell'ambito della sezione di "Alice nella città", del premio Starlight, proprio all'ultima edizione della Festa del cinema di Roma. Come ti ci sei tuffata?

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/spettacolo/421744/andrea-garofalo-story-of-your-life-produttore-in-italia-come-in-america-anche-gli-attori-dovrebbero-produrre.html 

Certamente. Ti racconto del corto. Fortunato Cerlino, il protagonista del film, è stato meraviglioso, pur non avendo detto nemmeno una parola, e Salvatore De Chirico, il regista, è stato bravissimo. Io sono una giocatrice d'azzardo, nel senso che, quando Andrea Garofalo mi chiamò, proponendomi di partecipare alla produzione del corto con la mia Galilelo Figarò, che ha sede a Londra, risposi sì, alla cieca. Quando sono arrivata a Roma e ho visto per la prima volta il corto, ho appoggiato una mano sulla spalla di Andrea e gli ho detto "un premio l'abbiamo vinto!" e siamo andati a brindare.

Carolina D'Andrea e Andrea Garofalo premiati a Roma per "Story of your life". Fonte: per gentile concessione di Carolina D'Andrea

Come vi siete conosciuti tu e Andrea? So che avete già collaborato assieme in "Arianna", il corto presentato a Venezia nel 2017.

Sì, ma l'ho conosciuto molto prima, presso l'Actor's Center di Michael Margotta, per il quale ho fatto a lungo l'assistente. Andrea è un bravo attore, un gran bravo ragazzo e un caro amico. Gli ho fatto da Acting coach! Sono stata la sua spalla, Nina, ne "Il gabbiano di Cechov", con cui lui si presentò all'Accademia di Arte Drammatica Silvio D'Amico: arrivammo quinti. Io ero troppo grande per entrare in accademia, lui no, però il canto non era fra le sue grandi doti e fu il motivo per cui non riuscì ad accedervi nemmeno lui.

Parliamo della Galileo Figarò Ltd che è la tua casa di produzione con sede a Londra. Perché l'hai costituita, perché all'estero?

In onore di Freddie Mercury, il mio angelo custode dal 2019. Suonerà come un mio momento di follia per molti dei lettori dell'intervista, ma per me resta una realtà di fatto. Freddie Mercury è diventato il mio angelo custode quando stavo per compiere 43 anni, l'ho scelto io; l'ho fatto, perché ne avevo un gran bisogno (mostrandomi un draghetto, realizzato da Despina, artista patmiota). Il nome della società è ispirato alla nota canzone dei Queen. Sai che ho prodotto un album musicale?

Dimmi di più.

Si chiama "Une histoire d'émotions". Le musiche sono di Remo Licastro e l'anno di produzione il 2017, quello più difficile della mia vita. Il percussionista era Tony Esposito.

L'hai pubblicato?

No. Ma ho la registrazione. L'album è composto da 8 brani che io ho cantato in francese.

Complimenti! Tornando al tuo angelo custode, come sei arrivata a scegliere il numero uno dello storico gruppo dei Queen?

Freddy Mercury in un'immagine. Fonte: per gentile concessione di Carolina D'Andrea

Avevo un fratello di nome Mattia, il quale soffriva del disturbo bipolare I. Purtroppo, all'età di 20 anni, si è tolto la vita. L'ho perso, quando io avevo un anno. So che era diventato un campione di scacchi a soli 9 anni. Ho saputo tardi che la sua scomparsa fosse dovuta a una sua scelta. Poi, per anni, Mattia è stato il mio angelo custode. Ho avuto due figli da due padri diversi, l'uno che ho chiamato Mattia, oggi quasi ventiduenne, e l'altro, più piccolo, che porta il nome di Raphael. Il rapporto con loro c'è, anche se, durante l'adolescenza, è stato difficile, cosa che mi ha ispirata a scrivere "La signora Viola", lì mi sono espressa. Dopo la morte di mia madre, nel 2015, non uscivo nemmeno più di casa e, una sera, mio figlio Mattia mi ha portato il film del 2018 con Rami Malek, "Bohemian Rhapsody". Pensa che io nemmeno sapevo chi fosse Mercury, anche se ero una fan dei Queen e la musica è una delle mie tre passioni, oltre a cattedrali e scacchi. Ricordo bene che, alla fine della proiezione, ho parlato a Freddie e gli ho detto "Sì, sei morto, a soli 45 anni, di una morte dolorosa, difficile, ma quanto hai vissuto!". La risposta fu "Why don't you start to live at your 45?". Avendone 43 allora, mi ha dato, quindi, un paio d'anni per conoscermi, accettando il mio profondo senso di inadeguatezza. Quest'ultimo lo sento meno quando interpreto un personaggio, meglio se lontano da me.

A proposito, tu sei anche un'attrice. Quand'è stato il tuo ultimo spettacolo?

Fu "Il giardino dei ciliegi" di Anton Cechov nel 2019; il mio personaggio fu quello di Ljubov' Andreevna Ranevskaja e lo mettemmo in scena all'Antigone di Roma. Prima, fui impegnata in "Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos con il ruolo della marchesa di Merteuil, ma uno dei personaggi che ho preferito e ho solo studiato è stato quello della balia in "Romeo e Giulietta" di William Shakespeare, otto anni fa: non l'ho portato in scena, perché dovevo accompagnare un'attrice impegnata con "Giulietta" e con i 33 step del metodo Strasberg - insegnato p.e. da Margotta: i 33 step servirebbero per l’analisi del testo e lo sviluppo organico del personaggio - realizzati fra Roma e New York. Di Margotta ricordo che, una volta, quando avevo 40 anni, mi disse "You got it" alla mia risposta "non lo so" alla domanda su cosa avessi sentito: l'attore non deve guardarsi da fuori.

Qual è il tuo obiettivo in questo momento? Scrittura, film, teatro..

Per me la priorità è Diletto (il quale abbaia contento) e credo poi nel "take action".

Diletto. Fonte: per gentile concessione di Carolina D'Andrea

Cosa produrrai con la Galileo Figarò prossimamente?

La WaterClock Production di Andrea Garofalo sta producendo un film in Amazzonia e, forse, la mia società entrerà produttivamente in questo lavoro.

Come vogliamo concludere?

Ringraziandoti.

Ringrazio io te, Caroline, che sei venuta dalla lontana Patmos. E, per non fargli un torto, saluto anche il simpaticissimo Diletto, mentre zompetta con i suoi bei ricci rossi.

Carolina e Diletto D'Andrea. Fonte: per gentile concessione di Carolina D'Andrea 

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