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Andrea Garofalo ("Story of your life", produttore): "In Italia, anche gli attori dovrebbero produrre, come in America"

Alla Festa del Cinema di Roma, fra i tanti film presentati nella sezione "Alice nella Città" e premiati, il vincitore del prestigioso riconoscimento Starlight è stato il corto "Story of your life" di Salvatore De Chirico, sui passaggi della vita attraverso gli occhi di un bebè fino ai suoi 80 anni e alla consapevolezza che il filmino dei ricordi scorre veloce come l'esistenza

03 Novembre 2022

Andrea Garofalo

Fonte: per gentile concessione della WaterClock Production

RECENSIONE: "STORY OF YOUR LIFE"

Premio Starlight International Cinema award al miglior cortometraggio

Fonte: per gentile concessione della WaterClock Production

Il corto vincitore del Premio Starlight nella sezione "Alice nella Città" è quello diretto da Salvatore De Chirico e co-prodotto dall’attore e produttore Andrea Garofalo, al quale, per Il Giornale d’Italia, è stata fatta l’intervista che segue. La motivazione della premiazione: “19 minuti e non sentirli come se fossero un battito di ciglia, eppure in questo arco di tempo cinematografico si passa dal sentire il battito del cuore e vedere il futuro nascituro durante l’ecografia al suo compleanno, cifra tonda 80 anni, e si avverte in questo lavoro quella semplicità disarmante con cui puoi sorprenderti nel bene e nel male, cioè l’esistenza. Scorrono i volti, le vite di persone molto care e gli imprevisti per cui ci si chiede “perché proprio la famiglia?”; si cresce e si dà a propria volta la vita. Tutte queste domande e riflessioni nascono dalle immagini, da scene di vita quotidiana, in cui lo spettatore si sente partecipe. Il formato scelto, inoltre, conferisce la sensazione di ricordi”. 

La storia del corto, alla cui realizzazione ha partecipato, anche, Caroline D’Andrea con la sua casa di produzione, verte, come indicato dalla stessa motivazione alla base della premiazione, sullo scorrere della vita umana, sulle tappe ‘classiche’ della stessa, esclusa una: la morte. Il protagonista è un neonato, di cui si vede la nascita, che cresce, diventa adulto, forma la sua famiglia e genera altri neonati, altre vite, poi invecchia e, alla soglia degli 80 anni, quando i suoi amici e parenti lo applaudono, dopo aver assistito a una proiezione particolare, apre gli occhi, chiusi nei ricordi della sua mente, ciò che in video non può esserci, e si allontana da tutti, prendendo una strada vuota della città, di sera, per poi sparire dallo schermo del corto. Chi più chi meno, non si può non leggerlo come il percorso universale dell’umanità; il corto è rappresentativo dello scorrere incessante del tempo, degli eventi, delle persone, di sè, quindi, inutile negarlo, riguarda tutti e trova la sua potenza in questo, ma, anche, nel modo di rendere la storia, presentandosi come un prodotto piuttosto originale con un contenuto noto, nel quale rispecchiarsi facilmente. Voto: 8.

Link alla premiazione: https://www.youtube.com/watch?v=soSCcrVmtrk (dal 29° minuto) 

Lasciamo il lettore all’interessante argomentare di Andrea Garofalo su “Story of your life”.

INTERVISTA: ANDREA GAROFALO (Produttore di "Story of your life")

Andrea Garofalo è un attore, classe 1987, interprete di diversi ruoli e film, sia in italiano che in inglese, ma è, anche, uno sceneggiatore e, qui soprattutto, un produttore. Con lui parliamo di "Story of your life". Produzione e realizzazione del progetto sono stati a cura della WaterClock Production, di cui Andrea fa parte, nel cui sito viene menzionata e ringraziata la Eliofilm di Ariens Demsi e di Luigi Mascolo, per aver reso possibile il completamento dell'opera; i meriti vanno, anche, alla collaborazione fra la Wrong Child Production di Lino Guanciale, la Pezzilli & Company di Luigi Pezzilli, la Oudeis Pictures di Stefano Schiavone, la Galileo Figarò Ltd di Caroline d’Andrea e la Dakota Film Lab di Enrico Venti. Produttore esecutivo del film: Lorenzo Fuga.

Intervista del 19 ottobre 2022 presso l'Auditorium Parco della Musica, Roma

Andrea, siamo alla Festa del cinema di Roma, dove tu sei reduce da una bella vittoria: il film che hai prodotto, "Story of your life", ha vinto il Premio Starlight al miglior corto.

Sì. E' un corto prodotto con la mia casa casa di produzione, la WaterClock Production, insieme alla Eliofilm, alla Wrong Child Production, alla Pezzilli & Company, alla Oudeis Pictures, alla Galileo Figarò Ltd e alla Dakota Film Lab. Era difficile da realizzare e ci volevano parecchi soldi, nonostante sia stato un prodotto low budget, ma è stato possibile riuscirci grazie a questa collaborazione di tante case produttive, cosa rara in Italia per un corto, perché non abbiamo preso fondi statali, ahimè, mentre ci siamo avvalsi di investimenti privati. Quello che siamo riusciti a ottenere è il Tax credit. 

Fra le società che hai menzionato, una spicca perché non è italiana. Quella di Caroline D'Andrea. Perché coinvolgere anche l'estero?

Avevamo bisogno di una grande collaborazione: il corto racconta la vita di una persona da quando nasce alla sua vecchiaia, quindi, come immaginerai, sono state necessarie migliaia di location e di attori, dal bimbo di 2 mesi al protagonista, che, nel corto, arriva poi agli ottanta grazie al trucco. Anche per Caroline si è trattato del primo progetto produttivo - con lei ho già collaborato in passato a un cortometraggio intitolato "Arianna" - e il suo apporto è stato fondamentale. In "Story of your life" abbiamo lavorato con un regista di enorme talento, che, a mio parere, è già pronto per fare un'opera prima e si è meritato questo premio, ce lo siamo meritati tutti.

In quali location avete girato?

In regione Lazio: a Roma e in una villa fuori Roma, a Ostia ai Cancelli, casa dei miei genitori, presso il Ponte della Musica e a Pigneto.

Come avete scelto tutti gli attori?

Tanti sono famosi, non li cito per non dimenticarne nessuno. Lavorano da tanto tempo e hanno sposato subito il progetto.

Dai, solo un paio di nomi.

Oltre a Lino Guanciale, il protagonista Fortunato Cerlino ("Gomorra"), Alma Noce, Valeria Romani, Francesca Cavallin e molti altri. 

Lino Guanciale è un nome importante, quello di un attore fortemente stimato e capace.

Lino ha offerto la sua partecipazione al corto in un ruolo, oltre ad essere stato uno dei primi a credere in quest'opera e investirci. E' importante questo doppio ruolo, come per me, di attore e produttore e che gli attori, come in America, si mettano a produrre. E' importante che, pure da noi, gli attori producano le idee di altre persone, diano le occasioni a giovani registi e, così, si mettano in gioco, divenendo responsabili di un intero progetto e non solo della propria parte recitativa.

Fonte: ufficio stampa Giuseppe Zaccaria

In questo corto, tu interpreti un ruolo?

No, perché ero responsabile di tanti soldi, non potevo permettermi di sbagliare. E' pur sempre il primo corto della mia società, la WaterClock appunto. 

Domanda brutale: di che ordine di grandezza si parla a proposito di budget? E qual è stata la tempistica delle riprese?

Questo corto è stato girato in 5 giorni, di cui 3 della WaterClock production come esecutivo, a luglio dell'anno scorso, e gli altri, grazie alla Eliofilm, a marzo di quest'anno; 7 mesi, dunque, per terminarlo. Avevamo finito i soldi. Avevamo dovuto trovare, dopo i primi 3 giorni, un'altra produzione 'folle' che credesse nel progetto; ci abbiamo messo mesi per trovarla. Io posso parlare della mia parte e dirti che il budget si è aggirato sui 60.000 euro. Abbiamo sforato e rischiato, ma l'opera valeva il rischio.

Tu hai prodotto altre opere rivestendo il doppio ruolo?

Sì, nel 2017: il summenzionato "Arianna", un corto prodotto con la mia associazione culturale e da me interpretato nel ruolo principale. Siamo andati a Venezia 74, è stata una bellissima esperienza. Abbiamo girato il mondo, siamo andati a Los Angeles. Siamo stati candidati ai Nastri d'Argento.

Qual è il destino di "Story of your life" dopo la Festa del cinema?

Ci aspettiamo una Prima internazionale, dopo questa Prima mondiale italiana.

Qual è la distribuzione?

La Première Film.

Prossimi progetti con la tua casa di produzione?

Abbiamo girato un cortometraggio interamente in Amazzonia con la supervisione artistica di un regista Palma d'oro a Cannes. Abbiamo appena finito la post-produzione. E' in lingua spagnola, ma i protagonisti sono .. due alberi (ridiamo alla visione tenera degli alberi sul set, ndr). Un viaggio nella natura e nella spiritualità. Poi, io a marzo sono andato al confine con l'Ucraina con la Caritas italiana, due settimane dopo lo scoppio della guerra. Ho fatto delle riprese con il mio smartphone, ma non sono un regista, solo che per una serie di vicissitudini ho dovuto farlo io. Infine, sempre in post-produzione, ho fatto un documentario sul primo volo umanitario italiano partito da Varsavia per Roma. Mi sono personalmente imbarcato su un aereo vuoto Roma-Varsavia, che è stato dirottato a Praga, perché le autorità polacche non avevano dato l'autorizzazione all'atterraggio. Poi, dopo 2 ore di limbo diplomatico, siamo arrivati in Polonia e abbiamo caricato donne e bambini da portare in Italia. Si tratterà di un cortometraggio di 3 minuti, cioè un "very short".

Tema della vita nel corto premiato con lo Starlight, tema ambientale pensando all'Amazzonia del tuo film, tema umanitario nel tuo documentario. In fondo, si potrebbe tracciare un filone. Il tuo?

No, non seguo un filone. Per esempio, di "Story of your life", che è un corto che parla di ricordi, pieno di umanità, mi ha colpito, non tanto la sceneggiatura, quanto la visione che il regista ne ha avuto. La sceneggiatura è scritta benissimo da Paolo Strippoli e Salvatore De Chirico, il regista, ma quest'ultimo è stato poi molto bravo a realizzare un prodotto nuovo registicamente, nuovo anche per via dei costi importanti, infatti non lo si vede spesso in Italia.

Questo modo di girare originale, che è costato molti soldi, ha senza dubbio contribuito alla premiazione del corto. Mi hai detto che il regista è riuscito "a farti vivere le immagini".

Sì. La storia è la prima cosa, se non c'è storia non c'è nulla, ma ci sono storie che, lette superficialmente, non ci danno un'idea del prodotto finito. Devo al regista proprio di avermi fatto capire le immagini. E' costato, ma eravamo in cinque. Sono convinto dell'importanza di coinvolgere i privati, anche, in Italia, dove, diversamente che all'estero, il sistema dipende del tutto dal pubblico. Ovviamente, il privato rischia qualcosa, ma, rischiando, rischiamo anche di fare dei bei prodotti.

Ph. Tanya Alegria Vadilonga

Perché dovremmo andare a vedere "Story of your life", quando uscirà?

Perché è una storia molto emozionante, nella quale immergersi, con un colpo di scena finale. E' un viaggio nella vita. Quanto a me, io ho creduto, inizialmente, nella visione del regista, soprattutto perché, come dicevo, è un prodotto nuovo, diverso, che, da noi, non si vuole produrre per il costo e perché, per esempio, abbiamo rischiato con i formati. Però ha funzionato.

Andrea, questa è la tua prima volta alla Festa del cinema di Roma?

Sì, la prima. Poi è bellissimo stare qui, anche, perché sono romano e romanista.

Ah! Come mio fratello, evviva. Bene, chiuderei con un commento da parte tua ancora sull'argomento del doppio ruolo e sulla nobile attitudine ad apprezzare più professioni in capo a una stessa persona. La mala mentalità è: "se tu sei un attore, sei un attore e basta, altrimenti non sei un vero professionista". Questo è assolutamente sbagliato!

Più che altro, al nostro paese piace incasellarci. A volte, si stupiscono e mi chiedono "Ah! Anche il produttore? "Come mai questo ruolo di produttore? Non fai più l'attore? Attore o produttore?". Che c'entra?! Non posso produrre le mie idee o le idee di altri e proporre un cinema coraggioso come questo? Io di questo prodotto sono molto contento. Poi, si spera di fare un lungometraggio, sarebbe uno step successivo.  

Intendi tratto da "Story of your life"?

In generale, intendo. Il lungo è più fruibile, permette una visione da parte di più persone.

Mi hai accennato, prima dell'intervista, che sarai in una serie in uscita.

Sì. Ma ora non vorrei promuovermi come attore.

Va bene. Era l'ultima domanda. Andrea, ti ringrazio moltissimo.

Grazie a te!

Ph. Alessandra Basile

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