16 Ottobre 2025
In occasione del World Food Day, promosso dalla FAO con lo slogan “Hand in Hand for Better Foods and a Better Future”, Competere.eu e il Centro Studi e Ricerche sull’Obesità richiamano l’attenzione sulla necessità di passare dai grandi propositi astratti ai fatti.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, il numero di persone obese o in sovrappeso ha superato quello delle persone sottopeso. Un paradosso che racconta un’epoca in cui il cibo non è mai stato così abbondante, ma in cui fame e spreco continuano a convivere con la malnutrizione da eccesso. In questo contesto, qualità e accesso restano disomogenei e non garantiti a tutti.
Il richiamo della FAO alla collaborazione tra paesi, istituzioni e generazioni è fondamentale, ma rischia di restare astratto se non accompagnato da azioni concrete. La cooperazione ha senso solo se si traduce in responsabilizzazione e strumenti concreti per i cittadini, dotandoli di conoscenze e senso critico per compiere scelte alimentari equilibrate. Allo stesso tempo, è necessario sostenere le migliaia di imprese che coltivano, trasformano e distribuiscono alimenti sani, sicuri e sostenibili.
Secondo Pietro Paganini, Presidente di Competere.eu, “il vero obiettivo, in vista dei 10 miliardi di abitanti della terra, non è semplicemente produrre di più, ma produrre meglio: macronutrienti e micronutrienti devono provenire da coltivazioni e allevamenti sostenibili, rispettosi della biodiversità e dell’ambiente. L’innovazione in agricoltura e zootecnica, attraverso IoT, intelligenza artificiale e automazione, è fondamentale. Servono investimenti e incentivi per mettere gli agricoltori nelle condizioni di diventare veri e propri innovatori digitali, ridisegnando il modo di produrre e rafforzando filiere più resilienti e sostenibili”.
Paganini aggiunge “È assurdo che la trasformazione alimentare, anche quella industriale, sia demonizzata per interessi ideologici, corporativi e protezionistici, privi di evidenze scientifiche. La trasformazione svolge invece un ruolo centrale: garantisce accesso a alimenti vari e sani, migliora la sicurezza, allunga la shelf life riducendo gli sprechi. Proteine animali, zucchero, ma anche vino e birra, vengono troppo spesso demonizzati quando invece sono fondamentali in una dieta equilibrata, oltre che parte integrante del tessuto sociale, oggi prodotti con standard sempre più sostenibili”.
Il Prof. Michele Carruba, Presidente Onorario del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano, sottolinea che “viviamo in un’epoca di abbondanza calorica ma di carenza di equilibrio. A questa contraddizione si risponde non con mode alimentari o politiche “one size fits all”, ma con educazione e responsabilizzazione. Misure come la sugar tax o i sistemi di etichettatura fronte pacco, quali il Nutriscore, sono scorciatoie ideologiche che non incidono sulle vere cause dell’obesità e delle malattie croniche. Serve un impegno sistemico che parta dalle scuole e dalle famiglie, coinvolga i media e le istituzioni sanitarie, e renda i cittadini protagonisti consapevoli delle proprie scelte. Solo cittadini informati e liberi di scegliere possono adottare stili di vita sani, duraturi e sostenibili. L’Italia, oltre ad essere la patria della dieta mediterranea, è anche il primo Paese ad avere introdotto di recente una legge che riconosce l’obesità come patologia cronica. Si tratta di un passo fondamentale nella lotta alle malattie non trasmissibili e dimostra come il nostro Paese abbia colto pienamente la portata e l’urgenza del problema”.
Un futuro promesso non basta: serve un cambiamento concreto, qui e ora, fondato su conoscenza, libertà di scelta e responsabilità individuale. Solo così lo slogan “Hand in Hand” potrà diventare un impegno reale per costruire salute, prosperità e un futuro sostenibile per tutti.
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