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Bain & Company, The Visionary CEO’s Guide to Sustainability 2025; l’80% dei manager identifica l'AI fondamentale per la sostenibilità

La terza edizione di The Visionary CEO’s Guide to Sustainability 2025, curata da Bain & Company; 35.000 dichiarazioni di CEO di 150 aziende leader in UE

15 Ottobre 2025

Bain & Company, The Visionary CEO’s Guide to Sustainability 2025; l’80% dei manager identifica l'AI fondamentale per la sostenibilità

Alessandro Cadei, Senior Partner e Responsabile EMEA Energy & Utilities di Bain & Company e Roberto Prioreschi, SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company

La terza edizione dell’analisi “The Visionary CEO’s Guide to Sustainability 2025 curata da Bain & Company, segnala che l’apparente calo di attenzione verso la sostenibilità osservato tra il 2023 e il 2024, sembra oggi parzialmente superato nelle intenzioni. L’analisi di oltre 35.000 dichiarazioni di CEO di 150 grandi aziende (nei periodi 2018, 2022 e 2024) mostra in realtà una traiettoria evolutiva: la sostenibilità non è più vista solo come un obbligo o una questione etica ma, sempre più, come un vero e proprio driver di valore per il proprio business.

 Le aziende europee che scelgono di integrare la sostenibilità nel proprio modello di business, credono anche al suo potenziale quale leva di creazione di valore, ma con un approccio più realistico e pragmatico. L’intelligenza artificiale emerge come alleata chiave, pur ponendo sfide legate a consumi ed emissioni. In Italia, il livello di preoccupazione per la sostenibilità ambientale rimane tra i più alti a livello globale. Nonostante recenti fattori geopolitici abbiano attenuato il generale entusiasmo e la più ampia attenzione verso i temi della sostenibilità, i CEO – così come gli investitori - continuano a considerarla una priorità strategica.

“A fronte di un calo della comunicazione e delle dichiarazioni, i CEO, grazie anche alle evidenze delle prime concrete sperimentazioni, considerano sempre di più la sostenibilità come leva di creazione di valore per il proprio business” afferma Roberto Prioreschi, SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company. “Restano tuttavia ancora sfide significative da affrontare, soprattutto tenendo in considerazione che circa metà delle aziende mostrano ritardi e incertezze, soprattutto nel raggiungimento degli obiettivi di Scope 3”.

 

Il ruolo dell’AI: l’80% dei manager identifica questa tecnologia come un’importante risorsa a supporto della sostenibilità

L’80% dei manager considera l’intelligenza artificiale una risorsa preziosa per supportare e implementare le strategie connesse alla sostenibilità, contribuendo in diversi ambiti, come riduzione dei consumi energetici, diminuzione degli sprechi e miglioramento della sicurezza sul lavoro, favorendo una generale accelerazione del raggiungimento degli obiettivi comunitari. Secondo un’indagine condotta su 400 C-level e responsabili della sostenibilità in nove Paesi, tra cui l’Italia, quasi l’80% ritiene che l’AI possa offrire un contributo significativo allo sviluppo delle proprie agende ESG.

L’analisi mette però in guardia rispetto alle ricadute ambientali di una crescita incontrollata di questa tecnologia: entro il 2035, AI e data center potrebbero emettere fino a 800 milioni di tonnellate metriche di CO₂ all’anno: l’equivalente del 2% delle emissioni globali e del 17% delle emissioni industriali complessive. "La fiducia nelle potenzialità dell’AI deve condurne e mantenerne gli sviluppi nell’ambito di un quadro strategico più ampio e monitorato, una pianificazione complessiva che, per quanto riguarda i temi della sostenibilità, la configuri come strumento abilitante di processi sempre più efficienti e di nuovi modelli di business”, commenta Alessandro Cadei, Senior Partner e Responsabile SEMEA Energy & Utilities di Bain & Company.

L’Europa fra le più convinte sull’impatto positivo della sostenibilità

A livello mondiale, il 90% delle aziende leader si aspetta che la sostenibilità generi un impatto positivo sul proprio business nei prossimi tre anni, mentre, tra i “follower”, la percentuale scende al 60%. In Europa la differenza si riduce: il 91% delle aziende leader si confronta con un 80% delle aziende follower. Interessante il confronto con il continente americano, dove la distanza tra leader e follower è ancora più evidente: il 92% dei primi è fiducioso rispetto ai benefici della sostenibilità, contro appena il 53% dei secondi. In India il divario è il più marcato in assoluto: 86% contro 23%.

I dati dimostrano quindi che l’idea di una ‘sostenibilità affievolita’ possa emergere solo da una lettura molto superficiale della realtà. È evidente come le aziende siano impegnate in una fase matura della sostenibilità, più propriamente attuativa, grazie a una rilettura del proprio percorso e dei propri obiettivi con sguardo attento al valore creato e alla continua evoluzione dei contesti e dei mercati. Le realtà che sapranno sviluppare e consolidare nel lungo periodo strategie e strumenti fondati sulla sostenibilità saranno in una posizione di grande vantaggio, premiate da clienti, partner e Istituzioni” osserva Cadei

Italia, livello di preoccupazione per l’ambiente rimane tra i più alti a livello globale

In Italia, il livello di preoccupazione per la sostenibilità ambientale rimane tra i più alti a livello globale, anche se si osserva una leggera flessione negli ultimi anni. Nel 2023 il 95% dei consumatori dichiarava di essere molto o estremamente preoccupato per le questioni ambientali, una percentuale che rappresenta uno dei valori più elevati in assoluto. Tuttavia, nel 2024 la quota è scesa all’89% e nel 2025 si attesta all’81%. Questo calo suggerisce un’attenuazione dell’urgenza percepita, pur mantenendo l’Italia ben al di sopra della media dei mercati sviluppati. In altre parole, gli italiani continuano a considerare la sostenibilità come un tema cruciale, ma con un’intensità minore rispetto al picco del 2023. La traiettoria riflette probabilmente l’equilibrio tra una ormai consolidata consapevolezza ambientale e altre priorità emergenti, come le dinamiche geopolitiche e sociali, che potrebbero aver spostato in parte l’attenzione.

“Il messaggio del report di quest’anno è chiaro: la sostenibilità e le ambizioni aziendali possono crescere di pari passo, mantenendosi concentrati sulla propria agenda e agendo con coerenza. Ogni CEO dovrebbe porsi tre obiettivi fondamentali per delineare un percorso di successo: accelerare dove sostenibilità e business già si allineano, anticipare i prossimi cicli legati all’interazione tra policy, tecnologie e comportamenti dei consumatori e costruire ecosistemi flessibili e per questo robusti. Con la scadenza del 2030 ormai all’orizzonte, la sostenibilità non è più un’aspirazione, ma una necessità e un’opportunità concreta: bisogna accelerare ciò che già funziona, anticipare ciò che sta arrivando e costruire forza e flessibilità”, conclude Prioreschi.

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