07 Ottobre 2025
Secondo l'indagine condotta da AIFI e BIP Corporate Finance & Strategy, la creazione di valore nel Private Equity italiano si concentra all'interno delle imprese partecipate. L'analisi su 64 operazioni realizzate tra il 2019 e il 2024 mostra che la crescita di ricavi, margini e occupazione, rappresenta la principale fonte di rendimento, mentre la leva finanziaria assume un ruolo marginale.
BIP Corporate Finance & Strategy e AIFI, in occasione della presentazione del libro Private Equity e creazione di valore, hanno presentato i risultati dell’indagine sul valore che i fondi di private equity creano per le imprese realizzata dal Centro Studi di AIFI e BIP Corporate Finance & Strategy, la business unit del gruppo BIP che accompagna fondi e imprese lungo tutto il ciclo di investimento, integrando competenze tecniche, digitali e settoriali per accelerare la trasformazione.
Il campione analizzato comprende 23 operatori di private equity (di cui il 78% domestici) e 64 operazioni con disinvestimento tra il 2019 e il 2024. Le aziende oggetto dell’analisi sono in prevalenza PMI con ricavi annui inferiori ai 50 milioni di euro e margini Ebitda già superiori al 15% al momento dell’ingresso del fondo.
Il private equity è sempre più un compagno industriale e strategico, capace di generare valore attraverso crescita organica e inorganica e leve trasformative (come digitalizzazione, rafforzamento della governance e attenzione ai criteri ESG).
È quanto emerge dall’analisi che afferma quindi che la creazione di valore oggi si gioca “dentro l’azienda”, evidenziando un dato netto: la principale leva di creazione del valore è la crescita operativa, che rappresenta il 71% del valore complessivo generato dai fondi (di cui il 57% è attribuibile alla crescita dei ricavi e il restante 14% deriva dal miglioramento dei margini Ebitda).
La leva finanziaria ha oggi un peso marginale, mentre l’arbitraggio sui multipli resta significativo, contribuendo per il 40% e riflettendo la maggiore attrattività delle aziende in termini di scala, governance e posizionamento strategico al momento dell’exit.
L’impatto sulle imprese partecipate è evidente. Nel passaggio dall’entry all’exit, i ricavi medi passano da 101 a 163 milioni di euro, con un tasso di crescita annuo composto vicino al 19%. L’occupazione cresce in parallelo, da 716 a 1.092 dipendenti medi, mentre l’Ebitda si rafforza, salendo da 13,3 a 25,9 milioni con un miglioramento della marginalità dal 16,8% al 18,1%. Anche il valore d’impresa compie un balzo, da 105 a 273 milioni di euro medi, con multipli EV/Ebitda che si allargano da 7,4 a 9,6 volte. Ne consegue un incremento dell’Equity Value, che passa in media da 77 a 217 milioni di euro. I ritorni per gli investitori sono consistenti: il multiplo cash-on-cash raggiunge 3,7 volte e l’IRR medio si attesta al 30%.
Uno degli elementi chiave emersi dell’analisi riguarda il management: la costruzione di un team dirigente forte, motivato e allineato agli obiettivi di creazione di valore è il fattore determinante del successo. L’introduzione di figure chiave (CFO, comitati di controllo), l’adozione di sistemi di reporting evoluti e meccanismi di incentivazione legati a KPI strategici alimentano un “ownership mindset” condiviso tra fondo e management.
“In un contesto sempre più dinamico, la creazione di valore passa dalla capacità di trasformare. Gli investitori sono sempre più consapevoli della rilevanza di management team dotati di visione e di un’eccellente capacità esecutiva, supportata da tecnologie che accelerano innovazione e resilienza. Le sfide future – dai talenti alla transizione digitale e green – richiederanno modelli scalabili e alleanze solide tra fondo, management e advisor. Oggi più che mai, il valore si costruisce e protegge insieme.” ha dichiarato Marco Pier Franco Mazzucchelli, Founder e CEO BIP Corporate Finance & Strategy.
“Per creare valore nelle imprese gli operatori puntano su una crescita organica ma anche e soprattutto su operazioni di acquisizioni, gli add-on che permettono, e i numeri della ricerca lo dimostrano, uno sviluppo e un consolidamento sostenibile nel lungo periodo” afferma il direttore generale AIFI, Anna Gervasoni. “Le aggregazioni rappresentano una attività fondamentale nel mercato italiano caratterizzato soprattutto da Pmi.”
Secondo l'indagine condotta da AIFI e BIP Corporate Finance, la creazione di valore nel private equity italiano si concentra all'interno delle imprese partecipate. L'analisi tra 64 redazioni
BIP è una multinazionale di consulenza con oltre 6.000 persone in tutto il mondo. I suoi professionisti offrono servizi di consulenza manageriale e di business integration, guidando le aziende nella ricerca e nell'adozione di soluzioni tecnologiche innovative.
BIP Corporate Finance & Strategy è la business unit del gruppo BIP che accompagna fondi e imprese lungo tutto il ciclo di investimento, integrando competenze tecniche, digitali e settoriali per massimizzare la creazione di valore.
AIFI è l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt nata nel 1986 per sviluppare, coordinare e rappresentare, in sede istituzionale, i soggetti attivi sul mercato italiano. I membri Associati ad AIFI sono fondi e società specializzati che investono prevalentemente in aziende non quotate, attraverso la gestione e lo smobilizzo di partecipazioni e che offrono strumenti di debito flessibili e adattabili in relazione alle esigenze delle singole realtà.
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