18 Luglio 2025
Regione Lombardia e Fondazione Cariplo hanno firmato un importante accordo da 40 milioni di euro, cofinanziato al 50% da entrambi gli enti, per affrontare con decisione il problema dei Neet, ovvero quei giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi. A questo intervento si aggiunge un ulteriore sostegno di 10 milioni di euro da parte di Intesa Sanpaolo, già annunciato lo scorso febbraio dal CEO Carlo Messina. È la prima volta in Italia che un ente pubblico e uno privato collaborano in modo così strutturato per offrire nuove opportunità di crescita a migliaia di giovani lombardi a rischio di esclusione sociale ed economica.
In Italia, alla fine del 2024, si contano oltre 1,3 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni in condizione di Neet. In Lombardia sono circa 150.000. Si tratta di un fenomeno che l’Unione Europea monitora dal 2010, considerandolo un indicatore fondamentale del benessere giovanile e delle prospettive occupazionali. Il problema si intreccia con un contesto demografico sempre più fragile: secondo Istat, entro il 2070 in Lombardia ci saranno 800.000 abitanti in meno, mentre entro il 2028 le imprese avranno bisogno di 710.000 nuovi lavoratori. In questo scenario, il rischio è che un’intera generazione resti esclusa proprio mentre cresce la domanda di competenze. Il costo economico dei Neet per l’Italia è stimato da Eurofound in oltre 24 miliardi di euro all’anno.
L’accordo, firmato da Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, e da Giovanni Azzone, presidente di Fondazione Cariplo, punta a prevenire l’esclusione sociale e a riattivare i giovani che si trovano già in questa condizione. Il progetto prevede interventi congiunti nelle scuole, per individuare tempestivamente i segnali di abbandono scolastico, e sul territorio, con percorsi personalizzati finalizzati all’orientamento, alla formazione e all’inserimento lavorativo. Particolare attenzione sarà riservata ai contesti più fragili, dove il rischio di marginalizzazione è maggiore.
Il cuore dell’iniziativa è la costruzione di una rete territoriale solida, che coinvolga scuole, enti di formazione, imprese e servizi sociali. L’approccio sarà centrato su metodologie educative innovative, attraverso laboratori esperienziali, attività pratiche e percorsi di mentoring individuale, per rafforzare le competenze, la motivazione e l’autonomia dei giovani coinvolti. L’obiettivo è rendere più efficaci e coordinate le tante realtà che già operano a fianco dei giovani, promuovendo nuove reti multi-attore e rafforzando quelle esistenti, con un sostegno concreto nel tempo.
Alla base di tutto c’è l’idea che nessun attore da solo possa risolvere il problema dei Neet. Serve una visione comune e la capacità di fare sistema, condividendo conoscenze, strumenti, competenze e obiettivi. Per questo sarà istituita una cabina di regia permanente, che avrà il compito di coordinare, monitorare e valutare l’impatto delle azioni messe in campo. Solo un approccio integrato, duraturo e strutturato può davvero offrire ai giovani una possibilità concreta di ripartire e contribuire attivamente al futuro della Lombardia.
"Questo piano straordinario – spiega Tironi – nasce da una convinzione profonda e una mission che dal primo giorno del mio insediamento come assessore ho ben chiara: ogni giovane che oggi non studia, non lavora e non si forma, è una risorsa che rischiamo di perdere. E questo non possiamo permettercelo. L'accordo tra Regione Lombardia e Fondazione Cariplo rappresenta una risposta concreta, coraggiosa e strutturale. Non è solo un investimento ma un impegno condiviso per stare accanto ai giovani che rischiano di restare ai margini. Vogliamo prevenire l'abbandono scolastico, riattivare chi è in difficoltà, rafforzare le reti territoriali e costruire insieme percorsi di crescita reali, sostenibili e su misura. L'obiettivo è restituire ai giovani lombardi non solo formazione e lavoro, ma una prospettiva di vita dignitosa, in cui possano riconoscersi e costruire il proprio futuro. Per questo faccio un grande appello agli enti del terzo settore e ai nostri enti accreditati affinché ci sia una vera e larga condivisione per accogliere più ragazzi possibili. Il nostro obiettivo è accompagnare ogni giovane verso una strada che senta davvero sua e verso una piena realizzazione personale e professionale, facendo in modo che nessuno si senta abbandonato. Perché il futuro della Lombardia si gioca su quanto sapremo valorizzare il talento, le energie e i sogni delle nuove generazioni Non possiamo permettere – conclude – che un'intera generazione resti ai margini: dobbiamo costruire ponti e non lasciare indietro nessuno".
"L'accordo con Regione Lombardia – chiarisce Azzone – mette al centro un tema importante di cui forse ancora non abbiamo piena consapevolezza: ci sono 1,3 milioni di giovani che non studiano e non lavorano in Italia, 150.000 nella nostra regione. La collaborazione amplia quella avviata a febbraio con Intesa Sanpaolo. Abbiamo di fronte un grave problema già oggi, immaginiamolo in prospettiva. Questi ragazzi – continua – hanno un enorme potenziale, necessario per il nostro Paese. Hanno l'energia che serve alle nostre comunità, alle nostre aziende. Hanno desideri e voglia di dare il loro contributo, ma per diversi motivi oggi si trovano in una condizione inerme. Sono i nostri figli, il nostro futuro. Dobbiamo siglare alleanze tra istituzioni e aziende per costruire il futuro di questi giovani, delle loro famiglie e del nostro Paese. E dobbiamo fare un patto coi ragazzi, prendere la responsabilità nei loro confronti e ingaggiarli".
"Sosteniamo con convinzione questo progetto di Fondazione Cariplo, a cui si aggiunge oggi Regione Lombardia. Serve restituire fiducia a chi è uscito dal mondo della formazione e del lavoro in modo che possa costruirsi un futuro e che sappia di essere una risorsa preziosa per la crescita del Paese", aggiunge Paolo Bonassi, Chief Social Impact Officer Intesa Sanpaolo.
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