Tim sale in borsa dopo l’improvvisa mossa di Vivendi del 21 marzo, che ha venduto sul mercato il 5% delle sue azioni nel gruppo di telecomunicazioni, mantenendo ancora una partecipazione del 18,4% nel capitale del gruppo di telecomunicazioni; Poste Italiane è pronta a rafforzare la propria posizione in Tim. Il colosso francese, facente capo alla famiglia Bolloré, ha deciso di capitalizzare sul rialzo del titolo, che si è avvicinato alla soglia di 0,30 euro. La vendita ha generato circa 220 milioni di euro.
Equita Sim conferma la raccomandazione “buy” e prevede un potenziale rialzo
Equita Sim conferma la raccomandazione "buy" sul titolo, con un prezzo obiettivo fissato a 0,36 euro, rispetto al valore attuale di 0,2914 euro. Gli analisti sottolineano che Vivendi ha ridotto la sua quota di capitale di Tim al 19,32% il 18 marzo, per poi scendere al 18,37% il 21 marzo. La dismissione è avvenuta attraverso vendite parcellizzate sul mercato, con l’intento di monetizzare la partecipazione a valori di mercato, sfruttando l'andamento del titolo. Tra le ipotesi avanzate, si fa strada l'eventualità che Poste Italiane possa acquisire parte della quota restante di Vivendi, arrivando fino al 15% del capitale, portandosi vicino alla soglia dell'OPA del 25%, con un esborso stimato di circa 700 milioni di euro.
L'uscita di Vivendi potrebbe rafforzare la governance di Tim
Secondo gli esperti di Equita, l'uscita di Vivendi dal capitale di Tim rappresenterebbe un fattore positivo per la società, eliminando una fonte di incertezza in merito alla strategia futura del gruppo. La posizione critica di Vivendi sul piano industriale presentato da Labriola e il veto posto su precedenti operazioni di ristrutturazione del capitale erano considerati fattori di instabilità. Un eventuale rafforzamento della posizione di Poste Italiane in Tim potrebbe garantire una governance più solida, agevolando l’attuazione del piano di risanamento e l'ottimizzazione della struttura del capitale. Inoltre, questa operazione potrebbe aprire la strada a sinergie industriali, senza escludere possibili sviluppi in ambito di consolidamento con Iliad Italia.
Tim lavora per ridurre il debito e migliorare il flusso di cassa
La stampa riporta che Tim sarebbe anche al lavoro per rinegoziare la linea di credito RCF, riducendola a 3 miliardi di euro dai 4 miliardi attuali, nell’ottica di contenere il debito e migliorare il flusso di cassa. Queste misure, già incluse nelle previsioni del piano aziendale, si prevede possano avere un impatto positivo sul titolo, in particolare per le azioni di risparmio, che hanno diritto a un dividendo privilegiato (minimo 2,75 centesimi) e a una somma non distribuita per l’esercizio 2023-2024 (5,5 centesimi), ancora non completamente riflessa nel valore attuale delle azioni.