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Stm, Maurizio Tamagnini si dimette dalla carica di Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza; era presente nell'organo dal 2014

Il 3 aprile incontro cruciale per Stm, i sindacati incontreranno Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso per discutere della riorganizzazione dell'azienda e dei possibili tagli del personale nello stabilimento di Agrate Brianza

21 Marzo 2025

Stm, Maurizio Tamagnini si dimette dalla carica di Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza; era presente nell'organo dal 2014

Il livello di tensione all'interno di STMicroelectronics (Stm) cresce, con la recente decisione di Maurizio Tamagnini di dimettersi dalla sua posizione di vicepresidente del consiglio di sorveglianza. Tamagnini, che aveva fatto il suo ingresso nell'organo nel 2014, ha ricoperto diverse cariche durante il suo mandato, tra cui quella di presidente e vicepresidente. Oltre alla sua posizione in STM, Tamagnini è anche amministratore delegato del fondo FSI.

Una mossa per favorire il dialogo Italia-Francia

Secondo Equita Sim, le dimissioni di Tamagnini sembrano essere il risultato di un crescente attrito tra il top management di STM e il governo italiano. Questo conflitto ha raggiunto il culmine con una recente intervista al CEO Jean-Marc Chery e una replica del direttore generale del Mef, Marcello Sala. Gli analisti di Equita affermano che questa situazione di incertezza potrebbe compromettere l’efficacia della leadership durante un periodo già complesso per l'azienda. "La situazione rischia di defocalizzare il top management, e quindi auspichiamo che si risolva in tempi brevi", affermano gli esperti, confermando il rating hold e il prezzo obiettivo di 23 euro per STM.

Secondo Banca Akros, le dimissioni di Tamagnini confermano l’esistenza di un disaccordo tra il governo italiano e quello francese riguardo la governance di STM, in particolare per quanto riguarda la leadership del CEO. Alcune indiscrezioni suggeriscono che Jean-Marc Chery potrebbe essere sostituito dal presidente del consiglio di sorveglianza, Nicolas Dufourcq.

Il ruolo del Governo Italiano nella governance di Stm

Tamagnini faceva parte di un gruppo di tre membri del consiglio di sorveglianza nominati dall’azionista pubblico italiano, insieme a Paolo Visca e Donatella Sciuto. Lo statuto dell'azienda prevede che per adottare risoluzioni sia necessario il parere favorevole di sette membri su nove, inclusi almeno uno dei tre membri a nomina italiana. Questo implica che le decisioni, come quella sul taglio del 6% del personale per contenere i costi, richiedano l'approvazione anche da parte del governo italiano. Quest'ultimo è particolarmente preoccupato riguardo alla gestione della società, che secondo Roma favorirebbe l'asse francese.

Il contesto in cui si inseriscono queste dimissioni è particolarmente difficile per STM. Nel 2024, l'azienda ha registrato una flessione significativa, con una contrazione del 23% dei ricavi e del 63% dell'utile, principalmente a causa della flessione nel settore automotive. Inoltre, STM è attualmente oggetto di una class action negli Stati Uniti, con alcuni investitori che accusano Chery e Grandi di aver nascosto l’effettivo andamento del business dopo i risultati del primo semestre del 2024.

Il futuro della riorganizzazione e i temi occupazionali

Il prossimo appuntamento importante per STM è previsto per il 3 aprile, quando i sindacati incontreranno il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il ministro del Mimit Adolfo Urso per discutere della riorganizzazione dell'azienda e dei possibili tagli al personale nello stabilimento di Agrate Brianza, che impiega 5.300 persone. Questo tema sarà anche oggetto dell'audizione della IV Commissione in Regione Lombardia il 27 marzo, con l’obiettivo di individuare le azioni da intraprendere per salvaguardare i posti di lavoro.

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