18 Marzo 2025
Bayer celebra 125 anni in Italia: quali sono stati i momenti più significativi di questa lunga relazione con il territorio italiano?
La nostra è una storia di innovazione, impegno e determinazione, costruita attraverso tappe che hanno segnato la nostra presenza in Italia. Abbiamo introdotto prodotti che sono diventati vere e proprie icone di cura, come l’Aspirina®, un nome che da oltre un secolo è sinonimo di affidabilità per milioni di persone in tutto il mondo. E abbiamo investito in strutture all’avanguardia, come lo stabilimento di Garbagnate Milanese, alle porte di Milano, oggi considerato un punto di riferimento fondamentale nell'ecosistema salute del nostro Paese.
Ogni passo che abbiamo compiuto in questi anni è stato ispirato dalla nostra missione di migliorare la salute delle persone “Health For All”, attraverso tecnologie e trattamenti innovativi. Oggi stiamo aprendo nuovi orizzonti, con il progresso delle terapie geniche e cellulari, che stanno rivoluzionando il panorama delle malattie finora incurabili, e l'intelligenza artificiale, che rappresenta il futuro nell’ambito della diagnosi precoce, della personalizzazione delle terapie e dell’efficienza nei percorsi di cura.
Lo stesso impegno lo vedo ogni giorno nelle persone che lavorano in Bayer, un’azienda che si occupa di salute da 125 anni e che continua a guardare avanti, impegnandosi a scoprire nuovi trattamenti che possano migliorare la vita dei pazienti. Abbiamo una lunga e orgogliosa tradizione, ma il nostro sguardo è sempre rivolto al futuro, a quelle nuove tecnologie e a collaborazioni straordinarie che hanno il potenziale di cambiare il corso della vita delle persone. È questa passione e dedizione che ci spinge ogni giorno a continuare a investire nel futuro.
Come si inserisce il sito produttivo italiano nella rete globale di Bayer in termini di innovazione e sostenibilità?
Il sito produttivo di Bayer a Garbagnate è un esempio di eccellenza globale, riconosciuto di recente dal World Economic Forum per innovazione e sostenibilità.
Con un investimento di oltre 50 milioni di euro negli ultimi sei anni, lo stabilimento di Garbagnate produce circa 9 miliardi di compresse all'anno, destinate non solo al mercato italiano, ma anche a quelli esteri. Questo impianto è una testimonianza tangibile dell'impegno costante di Bayer nell'eccellenza produttiva e nell'innovazione. Attraverso la trasformazione digitale e l'impiego avanzato dei big data, ottimizziamo continuamente i processi produttivi,
Per quanto riguarda la sostenibilità, è recente la notizia dello stabilimento che ha siglato una partnership con Iberdrola per fornire 100% energia rinnovabile al sito. Grazie a questo accordo, l'impianto ridurrà il proprio impatto ambientale, contribuendo agli obiettivi di Bayer di ridurre le emissioni di carbonio del 42% entro il 2029 e raggiungere zero emissioni entro il 2050.
Bayer è un’azienda leader in Italia per la parità di genere. Quali iniziative specifiche avete adottato per ottenere il secondo livello della certificazione EDGE?
In Bayer, la parità di genere è un elemento che caratterizza la nostra strategia aziendale. Abbiamo recentemente ottenuto la certificazione UNI/PdR 125:2022, grazie all’analisi positiva in sei aree chiave, tra cui cultura, governance, opportunità di crescita e equità remunerativa. Questo riconoscimento, insieme al raggiungimento del secondo livello della certificazione EDGE, riflette il nostro impegno per promuovere un ambiente di lavoro equo, inclusivo e che valorizza il talento indipendentemente dal genere.
Le iniziative intraprese, come politiche di conciliazione vita-lavoro e opportunità di crescita per le donne, hanno avuto un impatto positivo sul 47% della nostra popolazione aziendale femminile e sul 49% delle posizioni dirigenziali. Questi traguardi ci avvicinano al nostro obiettivo globale di raggiungere il 50% di donne in posizioni di top management entro il 2030.
Bayer investe continuamente in ricerca e sviluppo. Quali sono le principali aree di focus per il futuro?
Bayer investe continuamente in ricerca e sviluppo, con oltre il 12% del fatturato destinato a questa area nel 2023. Il nostro focus si concentra su patologie complesse, come quelle cardiovascolari, malattie rare con un focus su emofilia, salute della donna e oncologia, e si estende a nuove aree come neurologia, oltre alla diagnostica avanzata per immagini con la Radiologia.
Inoltre, stiamo esplorando le terapie geniche, cellulari e l’intelligenza artificiale (IA), tecnologie che ci permettono di accelerare la scoperta di nuove molecole e soluzioni terapeutiche. L’IA è diventata uno strumento fondamentale nella nostra ricerca per identificare e ottimizzare trattamenti innovativi.
Attualmente, la nostra pipeline include oltre 3.800 terapie in sviluppo, tra cui più di 30 progetti nelle fasi cliniche, di cui sette in terapie geniche e cellulari. Tra gli sviluppi più promettenti c’è il nostro programma sul Parkinson. In questo ambito, stiamo sviluppando una terapia cellulare avanzata, con studi clinici che hanno mostrato segnali positivi e che ora sono in fase III.
Parallelamente, siamo fortemente impegnati in aree terapeutiche fondamentali come la prevenzione secondaria dell’ictus, l’amiloidosi cardiaca e lo scompenso cardiaco, per le quali stiamo sviluppando terapie innovative che potrebbero trasformare significativamente la gestione e la qualità della vita dei pazienti.
L’innovazione in Bayer non riguarda solo lo sviluppo dei prodotti, ma anche il modo di lavorare. Può raccontarci che tipo di modello operativo adottate e come sta trasformando l’organizzazione sia dentro che fuori l’azienda?
Siamo frontrunner nel modello 'Dynamic Shared Ownership' (DSO), un vero e proprio cambiamento organizzativo che mette al centro le persone per costruire la nostra 'Best Bayer', dove innovazione e passione fanno la differenza.
Abbiamo superato i tradizionali silos creando una rete di team dinamici focalizzati sui clienti. Questo consente alle risorse e ai talenti di fluire verso le aree dove possono generare il maggiore impatto, adottando un approccio più imprenditoriale e orientato all'ascolto e alla co-creazione con i nostri stakeholder.
La trasformazione principale è nel mindset: promuoviamo una cultura che valorizza la responsabilità individuale e collettiva, consente cicli lavorativi agili di 90 giorni e accelera l'innovazione nei risultati. Una delle sfide più grandi è stata passare da una leadership gerarchica a una diffusa, in cui le decisioni sono prese dalle persone più vicine all'azione.
Anche io ho lasciato andare alcune abitudini consolidate, fidandomi maggiormente del team e dell’intelligenza collettiva. Per esempio, ho rinunciato alla prerogativa di assegnare personalmente i premi individuali, lasciando ai team il compito di individuare, attraverso il 'peer feedback', chi merita un riconoscimento economico per il proprio contributo. Questo approccio crea un ambiente più dinamico e autentico, con impatti tangibili sia internamente che per i pazienti.
Qual è il valore aggiunto di far parte della Community di CEOforLIFE?
Far parte della Community di CEOforLIFE rappresenta un'opportunità concreta per sviluppare collaborazioni strategiche e affrontare insieme sfide importanti, soprattutto in tema di sostenibilità e innovazione. Per Bayer Italia significa rafforzare il nostro impegno nella responsabilità sociale, condividendo esperienze e conoscenze, e allo stesso tempo imparando dalle buone pratiche di altre realtà. Come ricordo spesso "Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme". È attraverso alleanze coraggiose e un lavoro di squadra che possiamo costruire un sistema salute sempre più efficiente e sostenibile, con benefici tangibili per tutti.
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