26 Marzo 2024
Presentata questa mattina la Relazione annuale al Parlamento '70 anni di TV, 40 anni di Auditel: il ruolo dei JIC nel nuovo scenario mediale' dal presidente di Auditel, Andrea Imperiali, alla Camera dei Deputati. Partendo dal doppio compleanno della televisione e della società che ne rileva gli ascolti, Imperiali ha esaminato i radicali cambiamenti intervenuti (e in corso) sul mercato tv e individuato le prospettive - e anche i pericoli - di una sfida sempre più globalizzata fra i soggetti in campo.
Rottamati 40 milioni di apparecchi con tubo catodico, oggi l'Italia è popolata da ben 120 milioni di schermi digitali, di cui oltre 97 milioni connessi. Proprio la moltiplicazione degli schermi ha segnato, negli anni, il passaggio dalla visione prevalentemente lineare di contenuti integrali, ovvero nel loro formato originale, alla visione on demand di contenuti prevalentemente frammentati. Contestualmente c'è stato anche il passaggio - graduale - da una fruizione tipicamente condivisa (con la famiglia riunita davanti al cosiddetto 'focolare domestico') a una visione, invece, marcatamente individuale, personalizzata, tipicamente fruita in mobilità.
"La tv italiana, grazie anche all'adozione precoce e alla rapida diffusione del digitale terrestre e dell'alta definizione, si è adattata prontamente alla nuova realtà, rimanendo - sempre - centrale nella nostra società; contribuendo - sempre – alla modernizzazione del Paese; trasformandosi, gradualmente, da mezzo classico, a carattere diffusivo, a media digitale, prevalentemente interattivo. Con ottimi risultati", ha osservato Imperiali.
Anche per Auditel nell'arco di 40 anni sono intervenuti molti cambiamenti, ma sempre a partire da un punto fermo: la società ha da subito adottato il modello di governance riconosciuto come il più evoluto a livello internazionale, ovvero il Joint Industry Committee (Jic), organismo a controllo incrociato che riunisce tutte le componenti del mercato televisivo (i broadcasters, gli investitori pubblicitari, le agenzie e i centri media).
"Per anni si è temuto che sistemi di rilevazione così 'partecipati' potessero cristallizzare la competizione e blindare le posizioni dominanti. È accaduto esattamente il contrario. Auditel e le sue consorelle (italiane ed europee) hanno contribuito al costante allargamento del mercato e alla crescita plurale dell'offerta di contenuti", ha spiegato Imperiali.
"Se fino a ieri si pensava che i sistemi di misurazione contribuissero solo a stabilire una misura del ritorno degli investimenti pubblicitari, oggi sono diventati un presidio fondamentale della concorrenza e della democrazia digitale", ha sottolineato il presidente di Auditel. Che ha aggiunto: "Sono gli unici che possono certificare con precisione le reali preferenze dei consumatori; risultano indispensabili nella corretta distribuzione del finanziamento pubblico; mettono a nudo, per contrasto, i pericoli insiti nel gap informativo – lo squilibrio nell'accessibilità e nella verificabilità dei dati - che impatta sul funzionamento del mercato, con implicazioni sempre più rilevanti in termini economici, di concorrenza, di sicurezza e anche di data protection; contribuiscono, in ultima analisi, all'integrità e all'equità complessiva del sistema, con evidenti ricadute anche sul pluralismo e sulla qualità dell'informazione".
Oggi sul mercato globale dello streaming operano 27 diverse piattaforme. Nel 2012 c'era solo Netflix. L'eccesso di offerta non potrà che spingere verso una fase di consolidamento e concentrazione, dinamica destinata a rafforzare ulteriormente la dimensione egemonica di pochi soggetti globali che già dispongono di dimensioni di scala impressionanti.
"Proprio le elezioni europee e i conseguenti nuovi assetti istituzionali, con la normativa che sta prendendo forma sull'evoluzione dei sistemi diintelligenza artificiale, offrono l'opportunità di completare in logica di trasparenza, di equità e soprattutto di sostenibilità, il quadro regolatorio dell'Unione in un settore così delicato per l'interesse generale. E, tenuto conto della velocità con cui viaggia,non possiamo permetterci di compiere con l'intelligenza artificiale gli stessi errori,gli stessi ritardi, gli stessi vuoti legislativi che hanno caratterizzato la crescita e lo sviluppo disordinato del settore digitale. È unlavoro urgente e non più differibile. Senza trasparenza, senza parità competitiva, senza equità fiscale è davvero inimmaginabile garantire a tutti i soggetti un reale level playing field, ossia la possibilità di competere nei 27 Paesi all'interno di un quadro legislativo unico, che protegga i consumatori, garantisca un uso etico e responsabile della tecnologia e includa - naturalmente - anche i sistemi di misurazione", ha concluso il presidente di Auditel.
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