26 Febbraio 2024
fonte: Imagoeconomica
L'importante sarà non ripetere gli errori del passato. Mentre da un lato inondava il mercato di incentivi per creare dal nulla una nuova domanda, due decenni fa l'Europa ha deciso di consegnare al Far East le chiavi dell'industria dei pannelli fotovoltaici abdicando in sostanza a un ruolo guida nel manifatturiero delle energie rinnovabili. Oggi, invece, sembra voler giocare un ruolo da protagonista in una delle sfide energetiche del prossimo quinquennio a più alto contenuto tecnologico, vale a dire dotare il Continente di una filiera industriale in grado di autoprodurre e consumare idrogeno generato da fonti rinnovabili. Dalla meccanica strumentale alla chimica passando per la logistica, nel piano Next Generation Eu Bruxelles ha infatti allocato fondi per 17 miliardi di euro, 3,6 dei quali destinati all'Italia nell'ambito del Pnrr.
Fondi pubblici, ma expertise privato. E rientra in questo modello la nuova scommessa industriale di De Nora, azienda nata a Milano esattamente cento anni fa e specializzata nello sviluppo di prodotti per l'elettrochimica, che ha chiuso il 2023 a 856 milioni di fatturato per un Ebitda del 20%, la quale in accordo Snam ha appena messo in campo un investimento da 100 milioni (due terzi dei quali finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in due tranche) per la realizzazione di un impianto che realizzerà elettrolizzatori per la generazione di idrogeno verde, sistemi e componenti per l'elettrolisi dell'acqua e celle a combustibile, oltre alla realizzazione di facilities a servizio delle altre divisioni del gruppo.
Indicativa anche la location scelta da Snam e De Nora per la realizzazione del progetto che ha preso il nome di "Italian Gigafactory". "Abbiamo acquisito un'area industriale dismessa a sud-est del territorio di Cernusco sul Naviglio sulla quale prevediamo, dopo la conclusione della demolizione degli immobili esistenti, la realizzazione di un polo produttivo su larga scala da 25 mila metri quadrati con una capacità fino a 2GW", spiega l'ad di De Nora, Paolo Dellachà.
L'impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2026 e sarà completamente a impatto zero come da prerequisiti Porr anche se, in realtà, il progetto aveva già ricevuto il via libera dal ministero dello Sviluppo economico, il quale aveva annoverato De Nora nella lista delle imprese che partecipano alla realizzazione di Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Ipcei). "La progettazione dell'impianto -aggiunge il Chief Technology Manager di De Nora, Christian Urgeghe - sarà l'occasione per riqualificare l'area "a misura d'uomo" adottando un concetto moderno di architettura industriale, basata su criteri di rispetto dell'ambiente e sostenibilità, attraverso la generazione di energia rinnovabile, l'utilizzo di materiali fotocatalici in grado di decomporre gli inquinanti atmosferici, progetti di mobilità leggera e riforestazione urbana. Il nuovo impianto sarà inoltre collegato a Milano dalla pista ciclabile che corre lungo l'Alzaia Naviglio Martesana e sarà dotato di un Museo dell'idrogeno aperto alla popolazione e alle scuole".
L'impianto occuperà 150 dipendenti diretti, genererà un indotto di oltre un migliaio di posti di lavoro, avrà un livello di automazione di primo livello, ospiterà una nuova unità di prototipazione e di certificazione dei prodotti realizzati al suo interno e destinati alla vendita ma, fa notare Dellacha, "soprattutto andrà a realizzare con tecnologia made in Italy e per i nostri partner europei il cuore degli elementi nobilitanti delle fuel cell e degli elettrolizzatori di taglia medio-piccola, accreditandosi come un anello fondamentale di una filiera, quella dell'idrogeno verde europeo, che potrebbe in prospettiva coinvolgere molte altre aziende, soprattutto Pmi, alla ricerca di una diversificazione di prodotto e che oggi assume una importanza non solo economica ma anche strategica per lo sviluppo tecnologico e sociale del continente".
Fonte: Corriera della Sera Economia
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