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Terna, cresce la domanda di elettricità a 25,8 mld di kWh (+4,2%) a ottobre '23; produzione da fonti rinnovabili +34,6%

Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, lo scorso mese la domanda di elettricità in Italia è stata aumentata del 4,2%

20 Novembre 2023

Terna, la società che gestisce la rete elettrica rileva la crescita della domanda di elettricità nel 2023

A ottobre 2023 cresce la domanda di elettricità a 25,8 mld di kWh (+4,2%) e aumenta del 34,6% la produzione da fonti rinnovabili; ancora in calo invece i consumi industriali: -3,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.  Questi gli ultimi dati di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale. 

La variazione positiva della domanda di elettricità, che solo parzialmente recupera il dato negativo (-6,2%) di ottobre 2022, è stata raggiunta con un giorno lavorativo in più (22 invece di 21) e una temperatura media mensile superiore di 1°C rispetto a ottobre 2022. Rettificando il dato da tali effetti, la variazione rispetto allo stesso mese dello scorso anno è pari a +3,2%.

Nel dettaglio, la temperatura media di ottobre ha superato di ben 2,7°C la media di lungo periodo, battendo il record già registrato a ottobre dello scorso anno.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore”, registra un calo del 3,3%. Variazioni positive nei comparti dei mezzi di trasporto, cemento, calce e gesso e alimentari; in calo i metalli non ferrosi, siderurgia, cartaria, ceramiche e vetrarie, chimica. Stazionaria la meccanica.

In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in leggera crescita (+0,5%) rispetto a settembre 2023. In diminuzione invece la variazione congiunturale dell’indice IMCEI (-1%). Secondo le rilevazioni degli ultimi mesi la flessione dell’indice appare stabilizzarsi su livelli inferiori rispetto agli anni precedenti la pandemia.Nei primi dieci mesi del 2023, la richiesta cumulata di energia elettrica in Italia è in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 (-2,4% il dato rettificato). Segno meno anche per l’Indice IMCEI, che da gennaio a ottobre fa registrare un -4,6%.

A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre 2023 è risultata ovunque positiva: +3,4% al Nord, +4,8% al Centro e +5,7% al Sud e nelle Isole.

Nel mese di ottobre la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’81,5% con la produzione nazionale e, per la quota restante (18,5%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 21,2 miliardi di kWh, in flessione dell’1% rispetto a ottobre 2022. Prosegue rispetto allo scorso anno il recupero della produzione da fonte idrica rinnovabile (+87,2%); in aumento anche la fonte eolica (+72,7%), fotovoltaica (+9,2%) e geotermica (+1,1%). In flessione la produzione da fonte termica (-17,3%), con in particolare un calo del 74% del carbone anche a valle della conclusione del programma di massimizzazione.

Lo scorso mese le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 9,2 miliardi di kWh, coprendo il 35,6% della domanda elettrica (contro il 27,5% di ottobre 2022). La produzione da rinnovabili a ottobre è stata così suddivisa: 36,5% idrico, 24,9% fotovoltaico, 20,3% eolico, 13,3% biomasse, 5% geotermico.

Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi dieci mesi del 2023 l’incremento di capacità in Italia è pari a 4.434 MW, un valore superiore di circa 2.080 MW (+88%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Estendendo l’analisi agli ultimi 12 mesi (da novembre 2022 a ottobre 2023) l’incremento di capacità installata è pari a 5.116 MW. Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione tendenziale anche questo mese risulta positiva (+35,1%) per effetto di una diminuzione dell’export (-55,5%) e di una crescita dell’import (+24,4%).

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