05 Agosto 2023
foto @Lapresse
Massimo Giletti è indagato per diffamazione, insieme alla sua opinionista Sandra Amurri, dalla Procura della Repubblica di Terni, a seguito di una querela presentata dal boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano che sta scontando nel carcere umbro, 6 ergastoli per le stragi di mafia.
La notizia ha colto di sorpresa il giornalista, ex conduttore di “Non è l’Arena” su La7, nel corso della quale aveva realizzato delle interviste a Salvatore Baiardo, collaboratore di giustizia, ex “picciotto” dei Graviano. L’uomo intervistato sei mesi prima della cattura di Matteo Messina Denaro, quasi in maniera profetica, fece un accenno all’imminente cattura del latitante.
Per cosa Graviano si senta diffamato non è noto, considerato che il fascicolo di indagine a seguito della sua querela è stato secretato dal procuratore capo Antonio Liguori e dal sostituto procuratore Giorgio Panucci, tant’è che neanche gli avvocati degli indagati possono farvi accesso.
Una ipotesi, potrebbe riguardare le fotografie che Giletti, ascoltato in Procura a Firenze, disse di aver visto fugacemente da Baiardo: in quelle foto, scattate nel 1992, Giletti avrebbe riconosciuto il Cav, l’ufficiale dei Carabinieri Delfino e un terzo uomo che non ha saputo identificare, mentre si incontravano in un bar in Piemonte sul lago d’Orta.
Baiardo in seguito smentì di aver mostrato quella foto a Giletti, ma tornò sull’argomento confermando l’esistenza di quegli scatti, ripreso di nascosto dalle telecamere di Report.
Quanto alla querela, il giornalista la ritiene “una cosa molto grave. Anche un ergastolano può fare una querela, però quello che faccio fatica ad accettare è perché a noi sia stato vietato l'accesso agli atti. Vorrei capire quale è la motivazione della querela. Aspetterò e verrà il momento, sempre con fiducia nella giustizia, ma con tutto quello che ho passato e sapendo che Giuseppe Graviano è il fratello di chi mi vuole morto faccio davvero fatica a capire. Con l'anno che ho vissuto non mi stupisco più di niente - prosegue Giletti - Come diceva Rodari è un paese all'incontrario, mi sembra sempre più evidente”.
All’epoca della sua inchiesta, Massimo Giletti finì nel mirino di Filippo Graviano, fratello del boss Giuseppe che, intercettato in carcere, minacciò il giornalista che finì poi sotto scorta.
All’ex conduttore di “Non è l’Arena”, è arrivata la solidarietà del vice premier Matteo Salvini che su Instagram ha scritto: “Tutta la mia solidarietà a Massimo, uomo e giornalista libero. L'auspicio di tanti è che possa avere voce e spazio sulla televisione pubblica".
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