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Anniversario guerra in Ucraina, in un anno l’Ue ha sborsato 30 mld: ma il Pil della Russia è sceso solo del 2,5%

Gli Usa hanno speso la metà (15 mld), mentre l’Italia ha messo sul piatto 310 mln. L’economia russa, però, non si piega. Anzi: nel 2023 il Pil potrebbe aumentare dello 0,3%

24 Febbraio 2023

Guerra Ucraina, in un anno l’Ue ha sborsato 30 mld: ma il Pil della Russia è sceso solo del 2,5%


Un anniversario da 30 miliardi di euro. È la cifra sborsata in un anno dall’Ue per la guerra in Ucraina. Dal 24 febbraio 2022 al 24 febbraio 2023: tra aiuti militari e sanzioni, l’Unione europea era convinta di piegare l’economia della Russia. Non è andata così. Il Pil russo, in 12 mesi, è sceso solo del 2,5%. Poca cosa rispetto alle stime di Bruxelles, che parlavano di un calo dell’11%.

Zelensky ha ottenuto quel che voleva, ma l’economia russa non è stata scalfita

Tutti i Paesi dell’Ue, tranne l’Ungheria, hanno aiutato l’Ucraina finanziariamente e militarmente. A novembre l'Italia aveva fornito a Kiev 310 milioni di euro. Una cifra relativamente bassa se confrontata con quella della Francia (800 milioni) e della Germania. Uscendo dall’Ue, spiccano il Regno Unito (2,6 miliardi) e gli Usa (15 miliardi). I continui appelli ogni sede, istituzionale e non, del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, hanno avuto l’effetto sperato. Kiev ha ricevuto il sostegno economico e militare auspicato. Quel che non si è verificato, semmai, è stato il crac del sistema finanziario russo. “Le nostre sanzioni funzionano, la Russia affronta una recessione dagli anni ‘90 e ora ci aspettiamo un crollo del Pil nazionale dell’11%, ancora maggiore rispetto a quello della caduta dell’Urss”. Parole pronunciate lo scorso settembre da Luc Pierre Devigne, vicedirettore generale per l’Europa orientale e l’Asia centrale del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). “La Russia è sempre più isolata. Dobbiamo essere ancora più risoluti e continuare sulla strada delle sanzioni contro la Russia, che si stanno dimostrando efficaci”. Davvero?

Mosca ha potuto contare sulle esportazioni energetiche e sulle produzioni locali

No. Non è così. A 12 mesi dall’inizio del conflitto, lo stritolamento dell’economia russa, dato da più parti come inevitabile, non è avvenuto, grazie soprattutto all’aumento dei ricavi di gas e petrolio. Secondo la Banca centrale russa il Pil è calato soltanto del 2,5% nel 2022 secondo il Fondo monetario internazionale nel 2023 potrebbe registrare addirittura un aumento dello 0,3%. Le entrate dalle esportazioni energetiche, che secondo una ricerca Ispi sono giunte a 330 miliardi di dollari nel 2022, sono esplose. Le restrizioni alle importazioni hanno da un lato favorito la crescita di alcune produzioni locali e sono state aggirate grazie ad alcune triangolazioni con paesi terzi come Turchia, Emirati Arabi Uniti e Kazakhstan. Morale: l’economia russa è più viva che mai. Ma tra gli analisti c’è chi annuncia: “Il crollo dei prezzi dell’energia nel 2023 potrebbe aprire scenari inquietanti per Mosca”. Già. Lo dicevano anche un anno fa.

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